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livello elementare.
ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Egizio, Heracleion, Goddio
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La città perduta di Thonis-Heracleion, un tempo il più grande porto d’Egitto, fu distrutta da cataclismi naturali. Nel 2000 è stata riscoperta da una spedizione di ricercatori subacquei, dopo più di due millenni. Una scoperta straordinaria che ci rivela i fasti di una città che si credeva perduta. Potremmo andare indietro al XII secolo a.C. quando questa città egizia sul Mediterraneo aveva già molti legami con le città dell’antica Grecia. Heracleion, meglio conosciuta con il suo nome originale egizio di Thonis, è chiamata, forse più correttamente, Thonis – Heracleion. La città era un porto fiorente già dai tempi dei faraoni, ma fu colpita nel tempo da una combinazione di terremoti, tsunami e dall’innalzamento del livello del mare. Alla fine del II secolo avanti Cristo, molto probabilmente dopo una grande alluvione, gli edifici monumentali di Heracleion collassarono nelle acque trascinando molti dei suoi tesori nei fondali. La distruzione fu tale che solo alcuni dei suoi abitanti rimasero in ciò che restava della città durante l’epoca romana e l’inizio della dominazione araba, ma alla fine dell’VIII secolo dopo Cristo, anche le ultime strutture di quella che era Heracleion sprofondò nel Mediterraneo. Ora, molti dei suoi incalcolabili tesori sono stati riportati alla luce dalle profondità del mare ed è finalmente possibile ammirare nuovamente questi capolavori del mondo antico. Abbiamo spesso descritto l’importanza del Mar Mediterraneo per lo sviluppo delle civiltà, favorendo lo scambio commerciale e culturale. Thonis-Heracleion era un’antica città portuale egizia situata a circa 32 km a nord-est di Alessandria sul Mar Mediterraneo. I suoi resti si trovano nella baia di Abu Qir.

Statua di Ramses II ritrovata ad Abu Qir Statue of Rameses II, Abu Qir – DPLA – …1.jpg – Wikimedia Commons
La baia di Abu Qir
Questo nome vi dovrebbe ricordare qualcosa … Ad Abu Qir si svolsero tre battaglie relative alla Campagna d’Egitto di Napoleone Bonaparte, una navale e due terrestri. Nella sua baia, il 1º agosto 1798, la flotta francese agli ordini dell’ammiraglio Brueys fu sorpresa, dopo che aveva sbarcato il corpo di spedizione francese in Egitto comandato dal Napoleone, dalla flotta inglese di Horatio Nelson e distrutta. Quasi un anno dopo, il 25 luglio 1799, Napoleone attaccò i Turchi dell’armata di Rodi comandati da Mustafà pascià, sbarcati dalla flotta della squadra navale inglese, comandata dal contrammiraglio William Sidney Smith, e li sbaragliò nonostante una decisa inferiorità numerica. Infine l’8 marzo 1801 nella stessa baia sbarcò un corpo di spedizione inglese agli ordini del generale Sir Ralph Abercromby sotto il fuoco delle truppe francesi agli ordini del generale Jacques François Menou. Lo scontro fu durissimo e vinsero gli Inglesi che, con questo combattimento, costrinsero il generale Menou a ritirarsi con le truppe rimastegli in Alessandria dove capitolerà cinque mesi dopo. In pratica, ponendo fine all’avventura napoleonica in Egitto. Non c’è da meravigliarsi se in quelle acque, così ricche di storia, si sia concentrato da tempo un grande interesse archeologico. Le scoperte del suo antico passato hanno restituito, in meno di 10 metri (30 piedi) di acqua numerose statue. Quello che colpisce sono le steli che ci raccontano la storia di un’unica città conosciuta sia con il nome egiziano che con quello greco. Prima che la città di Alessandria fosse realizzata da Alessandro Magno, Thonis – Heracleion era di fatto il principale porto commerciale di ingresso nell’antico Egitto per tutte le numerose navi che arrivavano da tutto il mondo mediterraneo e, in particolare, greco.
La città egizia di Thonis fu originariamente costruita su alcune isole adiacenti al delta del Nilo. Questo consentiva di usufruire di canali naturali con una serie di porti ed ancoraggi separati. I suoi moli, i fantastici templi e le case-torri erano collegate tramite dei traghetti; inoltre, ponti e pontoni venivano usati per il trasporto delle derrate e delle merci. La città era di fatto un grande emporio commerciale, e nel tardo periodo dell’antico Egitto divenne il principale porto del paese per il commercio internazionale … e la riscossione delle tasse. Thonis aveva un grande tempio dedicato a Khonsou, figlio di Amon, che era noto ai Greci come Eracle (Ercole). Durante il periodo in cui la città fu al suo apice, tra il VI e il IV secolo a.C., al centro della città si trovava un grande tempio dedicato ad Amon-Gereb, il dio supremo dell’Egitto dell’epoca. Il faraone Nectanebo I fece molte aggiunte al tempio nel IV secolo a.C. portandolo ad una grande magnificenza. I santuari di Heracleion, dedicati a Osiride e agli altri dei egizi, erano famosi per le guarigioni miracolose e attiravano quindi pellegrini da tutto l’Egitto. Cerimonie religiose spettacolari, tenute in templi al cospetto di sculture monumentali, culminavano con la celebrazione dei “Misteri di Osiride“, svolta ogni anno durante il mese di Khoiak, il quarto mese dei calendari egizio (circa dicembre) e poi copto. Durante queste cerimonie spettacolari una statua del dio veniva trasportata nella sua barca cerimoniale fino al tempio di Amon nella vicina Canopo. Durante il II secolo a.C., la città fu colpita da molteplici disastri naturali e la città di Alessandria, che era stata fondata da Alessandro Magno, sostituì Heracleion come porto principale dell’Egitto.
Carta del nord dell’Egitto con indicate le città di Herakleion, Kanopus e Menouthis – autore Chris Osenbrück File:Canopus menouthis herakleion-es.jpg – Wikimedia Commons
Arriviamo ai giorni nostri, l’esploratore subacqueo Franck Goddio e il suo team dell’Istituto europeo di archeologia subacquea, IEASM, con la collaborazione del Consiglio Supremo egiziano, hanno riscoperto la città di Thonis-Heracleion. Fin dalla sua fondazione, l’Istituto è stato diretto da Franck Goddio che si dedica interamente all’archeologia subacquea e alla diffusione delle conoscenze acquisite attraverso queste scoperte attraverso la pubblicazione di libri e articoli, nonché l’organizzazione di mostre. Grazie alle sue ricerche, Goddio ha anche risolto un enigma storico che aveva lasciato perplessi gli egittologi nel corso degli anni: il materiale archeologico ritrovato, tra cui una stele, ha rivelato che Heracleion e Thonis erano in realtà la stessa città con due nomi: Heracleion per i greci e Thonis per gli Egizi. Gli oggetti recuperati dagli scavi, che potrete vedere sulla pagina della Fondazione, lasciano senza fiato ed illustrano la bellezza e magnificenza dei grandi templi che vi erano stati costruiti.
“L’abbondanza di testimonianze storiche: statue colossali, iscrizioni ed elementi architettonici, gioielli e monete, oggetti rituali e ceramiche, raccontano una civiltà congelata nel tempo … ” dice Goddio. Tutti i tesori ritrovati sono ora stati trasferiti nel Grande Museo Egizio del Cairo, la cui nuova apertura è prevista entro la fine di quest’anno 2021.
Una ragione di più per visitare l’Egitto e le sue ricchezze archeologiche.
in anteprima testa di Statuetta in limestone trovata a Thônis-Héracléion dal team di Franck Goddio (V secolo a.C.) ora conservata al Museo marittimo di Alessandria-Ieasm in Egitto – apparsa nella mostra “Osiris, Mysteries avvolti dall’Egitto” all’IMA, (Commissario Franck Goddio). Il cartello dell’esposizione indica che la statuetta potrebbe evocare il dio fenicio-cipriota Baâl o il dio fenicio Melquart, assimilato a Ercole – autore foto Jean-Pierre Dalbéra – Creative Commons Attribution 2.0
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
Articolo molto interessante e affascinante. Le cause che hanno portato alla sommersione di Heracleion sono dovute alla subsidenza del terreno su cui è stata fondata la città. Ancora oggi la costa di Alessandria si “abbassa” anche di alcuni cm all’anno causando danni alle costruzioni. Oltre a questo, il maremoto del 365 d.C. causò forti danni sulla costa egiziana sul mediterraneo, contribuendo alla distruzione della città.