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livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: CENTRO AMERICA
parole chiave: Maya, archeologia lacustre, cenotes
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L’ultima spedizione al lago di Petén Itzá è iniziata nel 2018 con nuove ricerche condotte da un gruppo di archeologi polacchi e guatemaltechi. La ricognizione subacquea è stata eseguita in sette zone della parte meridionale del lago, principalmente intorno alle isole Flores, Santa Bárbara e El Hospital per individuare sia delle tracce di attività rituali dei popoli Maya che vivevano nelle vicinanze del lago sia delle testimonianze della battaglia finale con i conquistatori spagnoli avvenuta nel 1697.
Il lago Petén Itzá, uno dei più grandi del Guatemala, è un bacino idrico situato nella parte centrale del dipartimento di Petén nella parte settentrionale del Paese), al centro della catena dei laghi che si estende da ovest a est. La sua superficie copre circa 99 km² e la profondità nel bacino settentrionale arriva a 160 m. Nella parte meridionale del lago c’è l’isola di Flores, i cui abitanti svolsero un ruolo importante ruolo nella storia dei Maya. L’isola, un tempo collegata da una strada rialzata alla riva, è ora il sito della moderna città di Flores, nella provincia più settentrionale del Guatemala di Petén, una regione priva di sbocchi sul mare e famosa per le sue aspre montagne e giungle.

scorcio del lago di Peten Itza
L’insediamento maya si chiamava Nojpeten (nella lingua Itza Maya: “la grande isola”) e fu la capitale degli Itza Maya, che avevano istituito un sistema stato molto potente che fu in grado di resistere ai conquistatori spagnoli per ben 172 anni, ovvero dall’arrivo di Hernán Cortés nel 1525 fino alla fine del XVII secolo. Le fonti storiche riportano che Nojpeten fu espugnata il 13 marzo 1697 a seguito dell’attacco sanguinoso guidato dal governatore dello Yucatán, Martín de Urzúa y Arizmendi.

Martín de Urzúa y Arizmendi
Lo scopo degli Spagnoli era conquistare lo stato di Itza, passo necessario per realizzare la colonizzazione dell’intero continente attraverso tre fasi: l’esplorazione, la conversione forzata degli indigeni alla fede cristiana e, quindi, l’avvio dei commercio.
Un’area archeologica ricca di reperti
Negli anni questa zona del Guatemala è stata oggetto di numerose ricerche archeologiche che hanno rivelato la potenzialità dell’area come fonte di informazioni sulla vita maya. Il progetto Petén Itzá è iniziato nel 2018, con la collaborazione di studiosi polacchi e guatemaltechi ed è mirato adesplorare le profondità del lago per acquisire informazioni sulla vita quotidiana e le attività rituali dei Maia che vi abitarono fino alla battaglia, avvenuta nel 1697.

Sebastian Lambert e Iga Snopek
Il team era composto da sei archeologi del Guatemala, guidati da Bernard Hermes, un noto ceramologo guatemalteco, e da sei ricercatori polacchi, tra cui archeologi dell’Università Jagellonica di Cracovia, dell’Università Nicolaus Copernicus di Toruń e dell’Università di Varsavia, e due subacquei, Sebastian Lambert e Iga Snopek. I ricercatori hanno trascorso un mese al lago, tra agosto e settembre del 2018, effettuando un totale di circa 90 immersioni a varie profondità.

incensiere a forma antropomorfica
Durante la ricerca sono stati recuperati centinaia di manufatti Maya, tra cui ciotole cerimoniali e lame di ossidiana che si ritiene potrebbero essere state utilizzate in antichi sacrifici di animali. Tra di essi oltre 800 piccoli pezzi di ceramica, alcuni risalenti al periodo proto-classico Maya – tra il 150 a.C. e il 250 d.C. – mentre la maggior parte era datata al periodo post-classico dei Maya fino al 1697 d.C.

vasellame maya
Secondo Magdalena Krzemień, archeologa ricercatrice dell’università di Jagiellonian University di Cracovia, Polonia, gli oggetti più grandi trovati nel lago potevano avere una connotazione rituale, ed includevano tre ciotole di ceramica, una dentro l’altra, e una lama di coltello di ossidiana. Questo era simile a quelli usati nei rituali antichi, suggerendo che avrebbe potuto essere usato per sacrifici umani o animali. All’interno di alcune ciotole sono state ritrovate piccole ossa di animali, il che potrebbe indicare che i vasi potrebbero essere stati usati per i sacrifici.

Magdalena Krzemień, archeologa ricercatrice dell’università di Jagiellonian University di Cracovia, Polonia
Il lago che circonda l’antica città di Nojpetén probabilmente giocò un ruolo importante negli antichi rituali Maya. “L’acqua aveva un significato molto speciale e simbolico nelle antiche credenze dei Maya“, ha detto Krzemień. “Si pensava che fosse la porta del mondo sotterraneo, [il] mondo della morte“, dove vivevano gli dei.

conchiglia ritrovata nel lago che testimonia i contatti dei Maya con le popolazioni caraibiche
Come risultato di queste credenze, gli antichi Maya sacrificarono ai loro dei animali e, talvolta, esseri umani nei laghi e nei cenotes, doline calcaree molto comuni nella regione.

anello di pietra di una testa di mazza che veniva montata su un bastone di legno, foto: Petén Itzá Project
Sebbene la missione di ricerca non sia stata in grado di stabilire se l’intero lago di Petén Itzá fosse un luogo sacro, alcuni degli oggetti rituali trovati sott’acqua sembrano dimostrare che almeno una parte del lago era considerata “sacra”. Fino ad oggi non sono stati invece scoperti reperti inerenti lo scontro fatale con gli Spagnoli.
Photo credit: Petén Itzá Project
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