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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: NA
AREA: NA
parole chiave: copepodi
Nel nostro viaggio tra gli organismi del mare abbiamo spesso citato i Copepodi (dal greco kope, remo, e podos, piede), piccolissimi crostacei presenti sia nella acque marine che in quasi tutte le acque dolci (laghi, fiumi ma anche pozze e ghiacciai). Essi rappresentano la più grande fonte di proteine (e quindi di nutrizione per gli altri esseri) presente negli oceani. Essi sono infatti i crostacei più numerosi come numero di specie dopo i decapodi. Possiedono un corpo cilindrico od ovale, con un unico occhio centrale e grandi antenne che vengono usate per il nuoto. Il torace possiede arti bi-ramificati, l’addome spesso è sottile e non ha appendici. Il corpo termina in genere con alcune appendici o terminali. In molte specie le femmine trasportano le uova fecondate in sacche molto vistose.
Come abbiamo detto, i Copepodi sono esclusivamente acquatici ma non sono limitati all’ambiente marino anzi potremmo dire “basta che ci sia acqua“. La maggioranza delle loro specie sono planctoniche ma ne esistono anche bentoniche. Di fatto i Copepodi costituiscono un anello potremmo dire fondamentale nella catena trofica dei mari e degli oceani. In genere, essi si nutrono di fitoplancton ma ne esistono anche specie che vivono come parassiti, attaccati ad altri animali acquatici. Per i biologi la loro presenza è un buon indicatore biologico in quanto consentono lo sviluppo ed il mantenimento di stock di pesci di importanza commerciale.
Zaffiri di mare
Ma il motivo che ci ha dato l’occasione per parlarne non è la loro importanza biologica ma una scoperta decisamente curiosa. Esistono alcuni copepodi che, senza troppa fantasia, potrebbero essere ispiratori, se non parenti, dell’immaginario mitico uomo invisibile.
Questi minuscoli animali vivono in acque tropicali e subtropicali ed appartengono ai copepodi, piccoli crostacei in possesso di un solo occhio e delle dimensioni di formiche. Questi esseri sono chiamati Zaffiri di mare (Sea Sapphires) per il fatto che i maschi possono risplendere con tonalità brillanti di colore, talmente cangianti che possono poi mimetizzarsi improvvisamente nell’invisibilità. Ne esistono diverse specie che producono una gamma di tonalità da un vivido blu al rosso all’oro, colore che dipende, come vedremo, dall’angolo con cui la luce solare si riflette sui loro corpi.
Questo fenomeno avviene solo negli esemplari maschi per cui si ritiene che possa essere un richiamo di natura sessuale. Gli scienziati hanno scoperto che i copepodi possiedono un derma composto da strati microscopici di cristalli disposti a nido d’ape. E’ questa conformazione che fa riflettere la luce in maniera diversa in funzione dell’angolo di incidenza della stessa. Alcuni ricercatori ne hanno misurato la riflessione ed hanno scoperto che lo spessore degli strati di cristallo risulta costante ma variano le quantità di citoplasma annidate nel mezzo. Considerando che lo spessore degli strati di cristallo dei diversi copepodi è di circa 70 nanometri, la variabilità luminosa è dovuta allo spessore variabile del citoplasma che, negli esemplari studiati, va tra i 50 ai 200 nanometri.
Ma non è finita qui. I ricercatori hanno pubblicato sul Journal of American Chemical Society una scoperta incredibile. Quando la luce colpisce questi crostacei con una inclinazione di 45°, il colore che viene generato esce della gamma visibile entrando nell’ultravioletto e rende l’animale quasi invisibile (vedete il video). I risultati di questo studio potrebbero portare a nuovi sviluppi delle tecnologie ottiche come nuovi rivestimenti riflettenti e specchi ottici.
Per conoscere di più seguite questo articolo LINK
(Credito del video: American Chemical Society)
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
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