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livello elementare
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ARGOMENTO: PALEONTOLOGIA E GEOLOGIA
PERIODO: QUATERNARIO
AREA: EUROPA
parole chiave: Unità faunistiche
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Vediamo ora nel dettaglio le Unità faunistiche:
Unità Faunistica Triversa (~ 2,6 milioni di anni fa)
Lungo le rive del fiume Triversa, nei pressi di Villafranca D’Asti, una sequenza di sedimenti lacustri, palustri e sabbiosi poggia indisturbata su sedimenti marini decisamente più antichi. La maggior parte dei resti fossili proviene dalla parte sabbiosa, di natura fluviale. Sopra queste sabbie si rinvengono dei depositi lacustri ricchi di fossili di anfibi e micro mammiferi. Tra i mammiferi di grandi dimensioni si ricorda Homotherium crenatidens, un felide appartenente alla Famiglia delle tigri dai denti a sciabola, rappresentato in copertina.
Altri mammiferi erano:
- Tapirus arvernensis, una specie di tapiro.
- Anancus arvernensis, un Gonfoteride, ovvero un proboscidato estinto, simile all’elefante ma appartenente ai mastodonti.
- Mesopithecus monspessulanus, un primate folivoro noto anche in Grecia e in Romania.
- Ursus minimus, un orso di piccole dimensioni molto simile all’attuale orso tibetano.
- Chasmaporthetes lunensis, la iena-ghepardo i cui resti sono noti anche in America settentrionale e in Asia.
- Lynx issiodorensis, una lince.
- Zygolophodon borsoni, appartenente alla Famiglia Mammutidae.
- Dicerorhinus jeanvireti, un tipo di rinoceronte.
- Megaviverra appennina, un piccolo carnivoro.
- Leptobos stenometopo, un bovide della grandezza di un toro.
- Sus minor, un cinghiale di piccola taglia.
Unità Faunistica Montopoli (~ 2.6 milioni di anni fa)
Presso Montopoli, nella zona del Valdarno inferiore, è stato individuato un deposito prevalentemente sabbioso ricco di resti di mammiferi. Negli anni ’60 furono rinvenuti moltissimi fossili, prevalentemente di ambiente da savana/prateria. Inoltre, nelle fasi marine, sono stati identificati crani di balena e denti di squalo. Sul continente, alcuni mammiferi tipicamente palustri, come il proboscidato Genere Anancus, in questa Unità tende ad essere abbastanza raro, a causa dei cambiamenti climatici che incominciavano a interessare il globo, ci si apprestava infatti al picco freddo descritto nel secondo articolo. Tra i vertebrati rivenuti in questa Unità, molti comuni con l’Unità Triversa, come la tigre dai denti a sciabola e il rinoceronte, abbiamo:
- Equus livenzovensis, un cavallo. I cavalli sono tra i pochi animali di cui si hanno maggiori documentazioni evolutive nei registri fossili.
- Mammuthus (Archidiskodon) gromovi, il primo elefante documentato in Italia.
- Gazella borbonica, una delle prime gazzelle in Europa, ma era di piccola taglia. Le gazzelle sparirono dall’Europa con l’inizio delle glaciazioni, migrando in Medio Oriente.
- Croizetoceros ramosus, un tipo di cervo ormai estinto della grandezza paragonabile all’attuale daino. Questo cervo, abbondantemente diffuso in tutta Europa e descritto da un paleontologo norvegese, è stato dimostrato che avesse un elevato grado di abrasione dei denti, probabilmente dovuto alla vegetazione di cui si nutriva.
Unità Faunistica di Saint-Vallier (~ 2.4-2.2 milioni di anni fa)
Nella valle del Rodano, nel sud della Francia, nei pressi di Lione, furono scoperti depositi villafranchiani di loess (un deposito eolico di origine glaciale) nonostante il record climatico non portasse condizioni di estremo freddo. I fossili di mammiferi rinvenuti, infatti, indicano ambienti ricchi di boschi, di pascoli e di acqua, non a caso sono stati ritrovati resti di lontre e castori. Anche la flora supporta questa discrepanza: querce, pini e cedri. Faune molto simili furono identificate nella valle del Sacco (Lazio meridionale). La Francia ha una certa abbondanza di siti villafranchiani, specialmente lungo la valle del Rodano. L’unico difetto di questi giacimenti geo paleontologici è il limitato spessore degli orizzonti fossiliferi; da ciò ne derivano notevoli difficoltà nello studio, ma soprattutto nella correlazione temporale con altri siti, in particolare con quelli italiani e con quelli dell’Europa occidentale e orientale.

Tra i vertebrati mammaliani di questa UF si hanno:
- Croizetoceros ramosus.
- Gazella borbonica.
- Mammuthus meridionalis, noto anche come elefante meridionale, originario dell’Asia. Aveva la stazza e il peso pari a circa il doppio dell’attuale elefante indiano. Il meridionalis fa parte dello stesso ceppo evolutivo dal quale è disceso l’elefante lanoso.
- Dicerorhinus etruscus, una specie di rinoceronte (dal peso di circa 3000 chilogrammi) e diffusa dall’Inghilterra alla Siria, sino al Lago Baikal.
- Equus stenonis, la zebra stenone, diffusa in Nord America, Europa, Asia e Nord Africa.
Unità Faunistica Costa San Giacomo (~ 2.0 milioni di anni fa)
Alla base dei Monti Ernici, nel Fosso delle Mole, in località Costa San Giacomo, nel 1978 fu scoperto questo giacimento villafranchiano ricco di fossili di mammiferi. Nel corso degli anni è stato studiato in maniera approfondita dalla Sapienza di Roma. Il geo-sito è caratterizzato da argille fluviolacustri, cui seguono verso l’alto ghiaie e sabbie resti di mammiferi. La parte terminale della serie è composta da sabbie con intercalazioni di ghiaie e argille. I ricercatori sono concordi su un paleo ambiente di tipo sub-tropicale. Tra i vertebrati mammaliani di questa Unità Faunistica si hanno:
- Macaca sylvanus florentina, un macaco ormai estinto distribuito in buona parte dell’’Europa e del Sud-est Asiatico.
- Anancus arvernensis.
- Mammuthus meridionalis.
- Stephanorhinus Fossili non bene identificati di rinoceronte.
- Equus stenonis.
- Axis lyra, cervo pomellato di medie dimensioni, prevalentemente di origini asiatiche, questi animali popolarono anche il continente europeo. Il progenitore risale a circa 5 milioni di anni fa.
- Eucladoceros ovvero fossili frammentari attribuibili a un tipo di cervo, caratterizzato da palchi molto grossi.
- Croizetoceros ramosus.
La maggior parte degli altri fossili rinvenuti non permettono un’identificazione certa, ad ogni modo vengono identificati il Leptobos sp. (un bovide), due tipi di gazzella, vari tipi di canidi (forse anche il Canis etruscus e un tipo di volpe), un tipo di iena (Hyaenidae sp.), una tigre dai denti a sciabola (Homotherium sp.), un istrice (Hystrix sp.) e una talpa (Talpa sp.).
Unità Faunistica Olivola (~ 1.8 milioni di anni fa)
In Val di Magra, nei pressi del borgo di Olivola, in depositi lacustri villafranchiani, caratterizzati da un paleo-ambiente temperato freddo con abbondante piovosità, sono stati portati alla luce molti fossili mammaliani riconducibili alle UF più antiche. Tuttavia, compaiono un nuovo tipo di iena e una pantera. Qualcosa è cambiato e i fossili lo testimoniano. Tra i vertebrati mammaliani che compaiono in questa UF si hanno:
- Felis lunensis, un gatto selvatico di una specie ormai estinta (nel disegno).
- Ursus etruscus, l’orso etrusco. Era grande all’incirca come l’attuale orso bruno.
- Pachycrocuta brevirostris, un tipo di iena dal muso schiacciato e largo, ma dalle dimensioni ragguardevoli, rispetto alle attuali iene.

- Panthera sp.
- Eucladoceros dicranios, un tipo di cervo dal palco molto grande e sviluppato.
- Pseudodama nestii, un cervide molto simile al moderno daino.

Unità Faunistica Tasso (~ 1.5 milioni di anni fa)
Nel Valdarno superiore, nelle “Sabbie del Tasso”, è stata rivelata una ricca fauna; inoltre è stato scoperto un sensibile cambiamento delle condizioni climatiche, documentato nel resto dell’Europa. Tra i vertebrati mammaliani che compaiono in questa UF si hanno:
- Pannonictis nestii, un mustelide.
- due canidi: Canis arnensis e Canis falconeri.
- Equus stehlini, un cavallo di media taglia.
- Hippopotamus sp.
Unità Faunistica Farneta (~ 1.3 milioni di anni fa)

Tra i Comuni di Cortona e Sinalunga, presso l’abbazia di Farneta, vennero scoperti parecchi resti fossili di mammiferi, in particolare anche da una forma più evoluta di Mammuthus meridionalis, definito M.m vestinus. Appaiono due nuove forme di cavallo e di cervidi. Questa Unità Faunistica presenta in più, rispetto alle precedenti i seguenti animali:
- Equus altidens, molto simile a un asino.
- Equus sussenbornensis, molti ricercatori lo ritengono un asino-zebra.
- Stephanorhinus hundsheimensis, questo rinoceronte, abbondante nella zona periartica sembra essere presente anche in Europa in questo periodo.
- Pseudodama farnetensis, un cervide di piccola taglia.
- Megaceroides obscurus, un cervide di grossa taglia, che soppianteranno gli eucladoceri nel Galeriano.
Unità Faunistica Pirro (~ 1.2 milioni di anni fa)
Questa UF, posta al passaggio tra Villafranchiano e Galeriano, mostra chiaramente (i ricercatori sono quasi tutti concordi) segni di rinnovamento nella fauna. Il clima stava ormai cambiando e le continue glaciazioni stavano influenzando la vegetazione del globo. Le novità mammaliane in questa UF sono:
- Bison (Eobison) degiulii, un bisonte primitivo.
- Pseudodama una nuova forma rispetto alle precedenti.
- Lycaon lycaonides, un licaone.
- Meganthereon whitei, un tipo di tigre dai denti a sciabola.
- Hystrix refossa, una grossa istrice.
Ad ogni modo nei successivi 500.000 anni vi sarà una fase di passaggio tra le faune villafranchiane (con caratteri pliocenici) a quelle galeriane e aureliane (moderne).
Unità Faunistica Colle Curti (~ 1 milione di anni fa)
Nelle Marche, negli anni ’80, in località Colle Curti furono individuate sequenze sedimentarie di natura fluviale e lacustre risalenti tra 1 milione di anni e 700.000 anni fa (Galeriano inferiore). Distinguere bene il passaggio Villafranchiano-Galeriano è molto complesso e sussistono ancora molti dubbi sulla corretta attribuzione temporale di questa UF. Vertebrati rinvenuti:
- Pliomys lenki, un piccolo roditore più evoluto rispetto alle precedenti forme.
- Panthera gombaszoegensis, nota anche come pantera toscana o giaguaro europeo. Pare che questo felide (moto più grosso rispetto ai moderni cugini sudamericani) sia stato rinvenuto anche nell’UF Olivola.
- Megaceroides verticornis, un tipo di cervo alto circa due metri al garrese con palchi molto ben sviluppati.
- Capreolus capreolus, il moderno capriolo.
- Bison schoetensacki, un tipo di bisonte di taglia più piccola rispetto alle forme successive e moderne.
Unità Faunistiche proprie del Galeriano (tra 1 milione di anni e 380.000 anni fa) sono:
la UF di Slivia (~ 1 M.A. Provincia di Trieste), la UF Isernia (~ 700.000 anni, Molise occidentale, località “La Pineta”) e la UF Fontana Ranuccio (~ 500.000 anni, zona di Anagni).
Tra Slivia e Isernia sembra porsi la recente Unità Faunistica di Ponte Galeria (Roma), da cui prende appunto il nome del Piano Galeriano Non-Standard. Dato l’elevato tasso di urbanizzazione nell’area romana, ormai in campo rimane ben poco della Formazione di Ponte Galeria. La fauna e la flora in Europa, in particolare dell’Italia, nel Galeriano, hanno subito un rinnovamento a seguito delle marcate variazioni climatiche nel Pleistocene medio. Le faune galeriane presentano numerosi erbivori tra cui elefanti, rinoceronti, ippopotami, cervi giganti, bovidi, cavalli nonché carnivori, come orsi di grossa taglia, leoni e iene. Tale arricchimento in erbivori viene attribuito a un paleo-ambiente in grado di sostenere tale biomassa animale, molti ritengono addirittura maggiore di quella delle savane attuali. Il Galeriano superiore, invece, mostra caratteri strettamente attuali.

Nel dettaglio i vertebrati galeriani caratteristici sono:
- Meles meles, l’attuale tasso comune.
- Ursus deningeri, un orso di grossa taglia, simile a quello delle caverne.
- Crocuta crocuta, l’attuale iena maculata, nota anche come iena ridens, a causa del suo verso sghignazzante.
- Mammuthus trogontherii, il mammut della steppa, uno dei proboscidati più grandi che abbia vissuto sul pianeta, con zanne lunghe fino a 5 metri.
- Elephas (Palaeoloxodon) antiquus, un proboscidato estintosi circa 70.000 anni fa; un animale di notevoli dimensioni.
- Stephanorhinus kirchbergensis e Stephanorhinus hemiotoechus erano due rinoceronti di taglia piuttosto grossa. Il primo sembrava preferire ambienti boscosi, mentre il secondo ambienti di aperta savana/prateria.
- Sus scofra, il cinghiale moderno.
- Cervus elaphus, l’odierno cervo nobile (o reale, o rosso).
- Castor fiber, il moderno castoro europeo
- Hyaena prisca, una iena di piccola taglia.
- Vulpes vulpes, l’attuale volpe rossa.
- Panthera leo, il moderno leone.
- Equus caballus, l’odierno cavallo.
- Megaloceros savini e Megaloceros solilhacus, entrambi cervi di grandi dimensioni estintisi circa 500.000 anni fa.
- Bos (taurus) primigenius, l’uro, un bue primitivo estintosi nel 1600.
- Ovis ammon, l’argali odierno.
- Bison priscus, bisonte della steppa.
- Ursus arctos, il moderno orso.
Si evince che molti animali elencati abitano tutt’ora l’Europa, ma alcuni hanno cambiato il loro areale, come il leone o la iena maculata. Quindi il Galeriano, da un punto di vista puramente evolutivo, rappresenta un importante passo verso l’attuale.
Unità Faunistiche dell’Aureliano (tra i 380.000 e gli 11.000 anni fa)
UF Torre in Pietra (~ 300.000 anni, Lazio) e l’UF di Vitinia (~ 130.000/150.000 anni, Lazio)
L’Aureliano inferiore è quello meglio documentato da un punto di vista paleontologico, anche perché le faune mammaliane sono quasi completamente moderne. Le fasi inter glaciali vedono la presenza di animali più prettamente adattati ad ambienti di foresta che ad ambienti aperti; tutto prende un tono appartenente alla fascia boreale. Si viene a instaurare una diversità climatica tra il versante tirrenico e quello adriatico.

Con l’ultima glaciazione, invece, compaiono animali da clima freddi, come l’elefante lanoso (Mammuthus primigenius), e molte specie attuano uno spostamento latitudinale verso sud, mentre altre si estinguono. Scompare la maggior parte della megafauna pleistocenica. Tuttavia permangono carnivori come la iena, il leopardo, il leone, il lupo, la lince e l’orso delle caverne. I mammiferi che compaiono nell’Aureliano sono:
- Martes foina, la faina moderna.
- Megaloceros giganteus, il cervo gigante con palchi di larghezza anche sino a tre metri.
- Canis lupus, il lupo.
- Lynx lynx, l’attuale lince europea.
- Ursus spelaeus, l’orso speleo, meglio conosciuto come orso delle caverne, alto quasi tre metri (in piedi).
- Dama dama, il daino.
- Capra ibex, l’odierno stambecco delle Alpi.
- Mammuthus primigenius e Mammuthus chosaricus, due proboscidati di grandi dimensioni.
- Equus hydruntinus, un cavallo dagli arti snelli e zoccoli minuti.
- Hippopotamus amphibius, l’attuale ippopotamo.

Con il termine dell’Aureliano si ha il passaggio dal Pleistocene all’Olocene, il nostro tempo. Vivendo in un interglaciale la fauna è nuovamente cambiata, si sono estinti numerosi animali tipici di ambiente freddo, si è avuto un nuovo spostamento latitudinale verso nord. Le faune a mammiferi tipici vedono numerosi erbivori e carnivori come il lupo, la lince, la volpe e l’orso; nonostante li abbiamo ridotti all’estinzione. Con questo lungo excursus nel Pleistocene, raccolto in tre articoli, ho cercato di darvi un quadro quanto più completo del Quaternario, partendo dal Quaternario Marino, al Glaciale, sino alle Unità Faunistiche dell’Europa, con un particolare focus sull’Italia. Purtroppo il materiale bibliografico non è raccolto in un unico volume, nonostante molti autori abbiano cercato di realizzare raccolte abbastanza complete.
Per domande e approfondimenti contattatemi e sarò lieto di aiutarvi
Aaronne Colagrossi
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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
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nasce a Campobasso nel 1980 ed ottiene, nel 2006, la laurea in Scienze Geologiche presso l’Università del Molise e, nel 2009, la laurea in Geologia Applicata all’Ingegneria presso l’Università “La Sapienza”. Scrive dal 2010, elaborando con uno stile personalissimo le sue passioni per la scrittura, le scienze, i viaggi, la fotografia e la storia navale. Ha pubblicato numerosi articoli su OCEAN4FUTURE dimostrandosi autore eclettico. Al suo attivo numerosi romanzi d’avventura sul mare e reportage di viaggio.
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