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ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Mammiferi marini
Nell’evoluzione ci sono animali che si sono adattati agli ecosistemi marini, riuscendo a prosperare in ambienti con temperature, profondità, pressione e oscurità estreme. Oggi li descriveremo in maniera molto generale per far comprendere come molti di loro, pur apparendo animali terrestri in realtà possono essere considerati a pieno titolo come marini.
Gli scienziati, per motivi di classificazione, utilizzano la tassonomia, ovvero quella disciplina che si occupa della classificazione gerarchica degli esseri viventi suddivisi in diversi livelli annidati, attraverso valutazioni di natura biomolecolare, fisiologica, etc.., al fine di creare delle “classi” di animali simili e risalire alla loro evoluzione. Senza addentrarci in suddivisioni rigorose, i mammiferi marini sono classificati in tre diversi gruppi tassonomici: cetacei (balene, delfini e focene), carnivori marini (suddivisi in fissipedi e pinnipedi) ed i sirenidi (lamantini e dugonghi).
Cosa rende un mammifero … un mammifero marino?
Per essere inclusi nei mammiferi marini gli animali devono soddisfare le caratteristiche di tutti i mammiferi (ovvero respirare aria attraverso i polmoni, avere sangue caldo, e produrre latte per allattare i loro piccoli) e vivere buona parte o tutta la loro vita in mare o nelle sue vicinanze. I mammiferi marini rappresentano una varietà di ruoli ecologici, inclusi erbivori (lamantini), filtratori (balene) e predatori carnivori (orche).

delfini, mammiferi marini decisamente simpatici
I mammiferi marini si evolsero sulla Terra circa 160 milioni di anni fa da un diverso gruppo di mammiferi terrestri, avventurandosi separatamente nell’ambiente acquatico. Nonostante queste origini molto diverse, molti mammiferi marini svilupparono caratteristiche simili, caratterizzate da corpi aerodinamici ed arti e code simili a pagaie per potersi muovere velocemente in acqua.
Tipi di mammiferi marini
Quando si parla di mammiferi marini il nostro pensiero vola subito alle balene che fanno parte dei Cetacei.

balene
I Cetacei in realtà includono molti animali diversi come balene, focene e delfini suddivisi nei sottordini dei Misticeti (balene e balenottere) e Odontoceti (delfini, orche, capodogli). In comune hanno sangue caldo, respirano con i polmoni ed allattano i loro piccoli.
Curiosamente inizialmente si pensava che derivassero da un gruppo di ungulati carnivori simili a lupi, e dotati di zoccoli. Questi animali possedevano denti triangolari simili a quelli dei cetacei fossili e per questo motivo gli scienziati credevano che balene e delfini derivassero da loro. Tuttavia una ricerca del 2001, sulla base di dati molecolari, ha rivelato che i Cetacei sono fortemente correlati agli Artiodattili.

Pakicetus, decisamente molto distante dai cetacei moderni
Il primo antenato dei Cetacei fu probabilmente il Pakicetus, un artiodattilo terrestre primitivo vissuto nell’Eocene, circa 35 milioni di anni fa. Il primo antenato anfibio, possedendo delle zampe più adatte al nuoto che ai movimenti terrestri, fu invece l’Ambulocetus. Per trovare il primo cetaceo completamente acquatico dobbiamo cercare il Basilosaurus. I primi misticeti, i Cetotheriidae, comparvero nel Miocene, mentre i primi Odontoceti, i Kentriodontidae, fecero la loro comparsa nell’Oligocene.

ricostruzione di un basilosaurus
Abbiamo poi i Sirenidi, un altro ordine di mammiferi acquatici ma erbivori che vivono in ambienti marini costieri o in acque dolci della zona tropicale; per quanto possa sempre strano, si ritiene che siano lontanamente imparentati con gli elefanti. Si dividono in due famiglie: i Dugongidi, che comprendono una sola specie, ed i Trichechidi (da non confondere con il tricheco che è un carnivoro marino pinnipede), con tre diverse specie di lamantini.

Lamantini
Questi buffi animali trascorrono tutta la vita nell’acqua. e prendono il nome dalle sirene, le leggendarie deità marine greche che attiravano i marinai in mare. Alcuni pensano che gli avvistamenti degli antichi marinai di sirene fossero in realtà dei Sirenidi, delle femmine che abbracciavano con le pinne il loro cucciolo, come una qualsiasi mamma.
Non ultimi, tra i mammiferi marini abbiamo i Carnivori, un tempo suddivisi in due sottordini Fissipedi e Pinnipedi. I primi si adattarono prevalentemente ad un ambiente terrestre mentre i secondi a quello marino. Oggigiorno sono suddivisi nel sottordine dei Caniformia e nel clade dei Pinnipedia, ma per oggi tralasciamo queste suddivisioni, che dicono poco alla maggior parte di noi. Possiamo dire, in maniera forse poco scientitifica, che questi carnivori sono animali marini legati ancora in qualche modo alla terraferma. Essi sono molto diversi fra loro in quanto vi troviamo orsi polari, lontre marine, foche, otarie, e trichechi.

Otaria californiana
Utilizzando la “vecchia” tassonomia, i Pinnipedi (in pratica animali dotati di pinne) hanno un corpo affusolato con testa tondeggiante che si assottiglia gradatamente nel tronco senza evidenziare un brusco restringimento in corrispondenza del collo. Le sporgenze esterne sono ridotte al minimo. Non hanno un orecchio esterno a meno delle otarie che possiedono un modesto padiglione allungato (da cui il nome del loro gruppo, Otaridae, dal greco otarion piccolo orecchio). Questo orecchio è invece scomparso nelle foche e nei trichechi.

foca monaca
Questi voraci carnivori usano le pinne per muoversi sia sulla terra che nell’acqua e trascorrono la maggior parte della loro vita nuotando e mangiando nell’acqua, spostandosi poi a terra o sui banchi di ghiaccio per accudire i loro piccoli e riposare. Per quanto riguarda i Pinnipedi mediterranei, l’unica rappresentante è la Foca monaca (Monachus monachus), che è endemica solo delle nostre zone. Purtroppo, oggi è a rischio di estinzione, in quanto sopravvivono solo circa 400 esemplari, per lo più localizzati nel Mar Egeo e nel Mediterraneo sudorientale, anche se esemplari sono stati avvistati anche nelle isole italiane.
I Fissipedi sono considerati mammiferi marini, ma trascorrono la maggior parte del loro tempo sulla terra e solo una parte del tempo in acqua, principalmente per cacciare il loro cibo. I più noti sono gli orsi bianchi. Questi splendidi animali sono purtroppo a rischio di estinzione a causa dei cambiamenti climatici che sottraggono gran parte del loro teabituale territorio. Inoltre, sono vittime dell’impatto antropico che include la loro cattura accidentale in reti da pesca, il bracconaggio, l’inquinamento, e gli urti accidentali da parte delle navi.
In sintesi, i mammiferi marini rappresentano un gruppo eterogeneo di animali che arricchiscono con le loro diverse caratteristiche la biodiversità animale del nostro pianeta. proteggiamoli con intelligenza.
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