ARGOMENTO: MARINE MILITARI
PERIODO: XX-XXI SECOLO
AREA: SUBACQUEA
parole chiave: mezzi trasportatori
ISRAELE
Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, l’Assemblea delle Nazioni Unite il 29 novembre approvò la Risoluzione dell’Assemblea Generale n. 181 che prevedeva la creazione di uno Stato ebraico e di uno Stato arabo mantenendo la città di Gerusalemme e i suoi dintorni con i luoghi santi alle tre religioni monoteiste, una zona separata sotto amministrazione dell’ONU. Tra il dicembre del 1947 e la prima metà di maggio del 1948 vi furono cruente azioni di guerra civile da ambo le parti. Il piano Dalet (o “Piano D”) dell’Haganah, messo a punto tra l’autunno del 1947 ed i primi mesi del 1948, per la difesa e il controllo del territorio dello Stato israeliano, e degli insediamenti ebraici a rischio posti di là dal confine di questo, seppur ufficialmente solo difensivo, prevedeva comunque, tra le altre cose, la possibilità di occupare “basi nemiche” poste oltre il confine e prevedeva la distruzione dei villaggi palestinesi. Fu l’inizio di un lungo periodo di instabilità, tra crisi e guerre sanguinose. In quel periodo le forze israeliane crebbero in termini capacitivi Durante la guerra dello Yom Kippur, nel ’73, uomini rana israeliani attaccarono con successo l’Egitto con minisub bagnati durante la guerra dello Yom Kippur nel ’73.
Il loro corpo speciale, lo Shayetet 13, era stato originariamente modellato sulla struttura della X Mas della Regia Marina italiana che aveva ottenuto eccezionali successi contro la flotta britannica nella seconda guerra mondiale. L’addestramento era stato curato da due italiani, Fiorenzo Capriotti, ex incursore della Xª Flottiglia MAS della Regia Marina ed ex prigioniero di guerra non collaboratore degli Alleati, e Nicola Conte, ex operatore di Mariassalto.
Il 22 ottobre 1992 l’ammiraglio Ami Ayalon, comandante della marina israeliana, conferì a Capriotti la nomina di comandante ad honorem della Shayetet 13. Originariamente gli Israeliani approvvigionarono mezzi d’assalto italiani, 4 MTM, e poi un mezzo molto simile al BIR 55 prodotto dalla CABI CATTANEO.
Sono riportate nelle fonti storiche due operazioni:
Escort
Durante l’operazione 13 sommozzatori dello Shayetet fecero esplodere due navi missilistiche a Ras Sadat nella baia di Suez nella notte del 7 settembre 1969. Durante il viaggio di ritorno, uno dei minuscoli mezzi, usati per trasportare i sommozzatori, esplose e tre commando furono uccisi. Il giorno successivo una delle navi missilistiche uscì di pattuglia, esplose e affondò. Mentre la seconda unità stava andando in suo soccorso, avvenne una seconda esplosione e la nave si incagliò.

BIR 55 israeliano
Lady
Nella notte del 16 ottobre 1973, Shayetet 13 si infiltrò nel porto di Said con 2 mini-sottomarini “Hazir” (Hog) che trasportavano uomini rana e affondarono una torpediniera, una nave da guardia costiera, una nave da sbarco e una nave missilistica.
Lo Shayetet è un corpo di elite in grado di operare in tutte le dimensioni tradizionali. Non sono noti gli ultimi mezzi acquisiti.
SUD COREA
L’interesse verso mezzi trasportatori per le forze speciali iniziò nel Paese asiatico dopo gli anni ’50. La ditta italiana Cos.MO.S fornì mezzi trasportatori C3F modificati secondo specifiche coreane, ma di fatto un’evoluzione dei siluri a lenta corsa SSB, in grado di trasportare due o tre operatori. Dopo la chiusura della Cos.Mos.S, la ditta sud coreana VOGO Engineering, nei primi anni 2000 sviluppò una vasta gamma di piccoli veicoli sottomarini per le forze speciali basati sull’evoluzione dei CF3.

VOGO C3F
Tra di essi il SDV 340, un mezzo per operazioni clandestine sviluppato all’inizio del 2000. L’integrazione di tecnologie sofisticate, come il polimero agli ioni di litio, il motore elettrico e unpreciso sistema di navigazione, offrirono all’SDV 340 interessanti vantaggi tattici nelle missioni asimmetriche. Il mezzo, ancora in produzione, può essere lanciato e recuperato da varie piattaforme attraverso il sistema SDV 340 Recovery Vessel (SRV) che semplifica il lancio, il recupero e il trasporto sia a terra che in mare.
In seguito Vogo Engineering sviluppò in seguito mezzi misti, ovvero impiegabili in superficie e sott’acqua.
SDV 1000 W
Interessante il modello SDV 1000 W, un mezzo ibrido (sommergibile/mezzo veloce progettato con un motore di propulsione diesel per i trasferimenti di superficie. Il mezzo può trasportare un team di subacquei su lunghe distanze, avvicinandosi al bersaglio in maniera occulta.
Il mezzo sembrerebbe sia già operativo nella Marina sud coreana e può trasportare dieci operatori a più di 150 miglia nautiche dal punto di rilascio, prima di immergersi per l’attacco in immersione al suo bersaglio. Può essere trasportato da mezzi navali ma anche, cosa interessante, da aerei da trasporto C-17 e C-130.
In sintesi, in un mondo in cui le operazioni asimmetriche assumeranno sempre maggiore importanza si ritiene che lo sviluppo di questi mezzi progredirà in futuro con indubbie ricadute sulla pianificazione dei mezzi attivi e passivi di difesa. Mezzi tecnologicamente sempre più sofisticati e prestanto ma dove i protagonisti saranno sempre quegli uomini ombra che li useranno nelle loro missioni impossibili.
le immagini, se non specificato, sono estratte da Covert shores
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PARTE I
PARTE II
PARTE III
PARTE IV
PARTE V

ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
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