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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA DELLA NAVIGAZIONE
PERIODO: IV – XV SECOLO DC
AREA: DIDATTICA
parole chiave: stelle, costellazioni, direzione, navigazione costiera
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Le conoscenze del moto delle costellazioni consentì ai navigatori antichi non solo di apprezzare la direzione del moto delle loro navi ma anche di “mettere su carta” venti e mari predominanti in funzione delle stagioni. Nacquero le cartografie descrittive che produssero portolani di rara bellezza. La tipologia dei fondali forniva utili informazioni per gli ancoraggi che venivano riportate nei portolani. Come sempre conoscere era potere. La mappatura costiera e delle isole si estendeva alla rete viaria al fine di fornire ai commercianti le informazioni necessarie per i loro spostamenti.
Famosa la Tabula Peutingeriana, una copia del XIII secolo di una antica mappa romana che mostra le strade e le principali città dell’Impero romano. Consisteva in dodici pergamene di cui una si è perduta, che mostrano una rete di 200.000 km di strade, 555 città e 3.500 altre caratteristiche geografiche, rappresentando l’intero impero romano dal Portogallo alle rotte per orientali.
In epoca romana le attrezzature nautiche si evolsero raggiungendo una sofisticazione notevole, considerando i materiali disponibili. Le navi furono dotate di pompe di sentina per svuotare l’acqua che vi penetrava, le vele furono impiegate con maggiore competenza. Anche la propulsione remiera fu ottimizzata.
Con la caduta dell’impero romano i mari tornarono ad essere insicuri, ma la navigazione commerciale continuò. Di fatto le reti commerciali, già molto floride dai tempi di Augusto, non potevano fermarsi, contribuendo al benessere di tutti i popoli. Il mare era strumento di prosperità e le imbarcazioni andarono progressivamente ad incrementare le proprie tecnologie costruttive.
I cosiddetti barbari del Nord penetrarono nel Mediterraneo e, lentamente si romanizzarono, comprendendo il vantaggio di continuare ad usare un sistema che aveva funzionato per oltre quattro secoli. Una cosa interessante è che essi, pur non avendo potuto godere dello scambio informativo con i popoli orientali, avevano sviluppato conoscenze nautiche notevoli.
Tra di essi vanno menzionati i Norreni, comunemente chiamati Vichinghi, erano popoli del mare provenienti dalla Scandinavia che si stabilirono in aree del Nord Europa, e nelle isole britanniche e dell’Atlantico settentrionale dal 750 al 1050 d.C.. Sappiamo che erano abili navigatori in grado di attraversare migliaia di chilometri di mare aperto tra la Scandinavia, loro terra natale, e l’Islanda fino a raggiungere la lontana Groenlandia. Il Sole, la luna e le stelle gli fornivano le direzioni dove navigare.

meridiana vichinga
Naturalmente questo valeva con il tempo buono, ma nella nebbia e con un cielo nuvoloso questi corpi celesti non erano visibili, e su lunghi tratti, una deviazione di pochi gradi dal percorso pianificato, poteva significare mancare completamente la destinazione prevista. In realtà, erano tutt’altro che primitivi e sapevano navigare anche in alto mare.
Conoscevano l’uso della meridiana con la quale potevano localizzare il nord geografico lungo la latitudine 61° Nord da maggio ad agosto … naturalmente se il Sole era visibile.
Tutto quello che dovevano fare era tenere il disco del quadrante orizzontalmente nel Sole e ruotarlo attorno al suo asse verticale (coincidente con l’asse dello gnomone) finché la punta dell’ombra dello gnomone non raggiungesse la corrispondente incisione sul quadrante. Per poter individuare la posizione del sole anche in condizioni di cattiva visibilità, non rare a quelle latitudini, usavano dei cristalli di calcite, che chiamavano le pietre del Sole. Ruotandoli riuscivano a identificare la direzione del Sole. E’ il concetto di un fenomeno fisico chiamato polarizzazione. Queste pietre furono menzionate in diverse fonti scritte tra il XIII e il XIV secolo in Islanda.

Portolano basso medievale – Biblioteca nazionale di Francia
fine parte II – continua
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
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