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livello elementare.
ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Posidonia oceanica, praterie, dinamiche
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L’utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo sta aumentando a livello globale, generando pressioni che alterano la struttura ed il funzionamento degli ecosistemi. Cambiamenti inaspettati a livello di ecosistema stanno dunque diventando sempre più frequenti e risulta difficile capire se alla base di tali fenomeni ci siano cause naturali o antropiche. Gli ecosistemi marini costieri sono particolarmente sensibili al cambiamento globale. Le praterie di fanerogame marine sono ecosistemi “chiave” ed in particolar modo la specie endemica Posidonia oceanica, la più importante fanerogama del Mediterraneo, sta sperimentando un allarmante declino nell’ultimo quarto di secolo.
Le praterie in regressione spesso vengono ricolonizzate da sostituti (un’altra fanerogama marina endemica, la Cymodocea nodosa, o una specie di alghe del genere Caulerpa) portando ad un cambiamento di fase che vede la comparsa di zone di matte morta all’interno della prateria, le quali possono poi essere ricolonizzate da sostituti a minore capacità “ingegneristiche” rispetto a P. oceanica.
Come impone la Marine Strategy, recente normativa europea in fatto di conservazione dell’ambiente marino, lo stato degli ecosistemi marini deve essere valutato tramite il confronto con condizioni di riferimento che possono essere definite per mezzo di:
a. Dati storic
b. Aree incontaminate
c. Modelli predittivi.
La letteratura ha dimostrato che i dati storici spesso non sono affidabili, che non esistono aree del pianeta da potersi considerare ancora incontaminate e che la sola applicazione di modelli predittivi non è sufficiente per una corretta gestione della fascia costiera.
Per questo motivo è necessario un approccio multidisciplinare. In questo studio io ho utilizzato due dei metodi suggeriti dalla Marine Strategy, i dati storici ed un modello previsionale nato recentemente, in grado di definire la posizione naturale del limite superiore delle praterie di P. oceanica, per studiare l’evoluzione nel tempo delle praterie in Mar Ligure, tra Capo Vado e Capo Noli.
Per quest’area esiste una serie storica di dati che copre un periodo di circa 20 anni, raccolti tramite transetti subacquei. Il modello previsionale è stato applicato per la prima volta a dei dati storici, al fine di determinare le condizioni di riferimento delle praterie di P. oceanica. Nell’estate 2012 transetti subacquei perpendicolari a riva sono stati effettuati in ognuna delle praterie che si estendono davanti al litorale di Bergeggi Noli e Spotorno, per raccogliere i seguenti dati: profondità, tipo di substrato, morfologia della prateria e l’estensione lineare di cinque descrittori (P. oceanica viva, matte morta, sabbia, Cymodocea nodosa, Caulerpa cylindracea).
Per valutare la regressione spaziale del cambiamento del limite superiore della prateria è stato applicato il modello previsionale proposto da Vacchi et al. (2014). Secondo questo modello si possono distinguere tre zone all’interno della prateria di Posidonia oceanica lungo il profilo della spiaggia sommersa:
zona a, tra la linea di riva e la profondità di breaking, dove si può trovare, sporadicamente, solo la matte morta;
zona b, tra la profondità di breaking e la profondità di chiusura, dove le praterie sono spesso in cattive condizioni, con un ricoprimento ridotto di P. oceanica viva e la costante comparsa di matte morta;
zona c, oltre la profondità di chiusura, dove la prateria prospera. In condizioni naturali il limite superiore dovrebbe trovarsi nella zona b.
La prateria di Noli ha mantenuto un buono stato di conservazione e salute durante gli ultimi 20 anni con un limite superiore posizionato sempre entro il range delle condizioni di riferimento. Al contrario, la prateria di Bergeggi ha sperimentato un grande declino nel tempo accompagnato da un cambiamento di fase. Già da quanto riportato nei dati più antichi, il limite superiore della prateria era al di fuori delle condizioni di riferimento; tuttavia gli ultimi anni mostrano segni di recupero.
Status of Posidonia oceanica meadows between Capo Vado and Capo Noli: diachronic analysis and influence of hydrodynamic constrains through the application of a predictive model.
Human use of ecosystem resources and services is increasing worldwide, generating pressures that alter ecosystem structure, functioning and provision of services.
Unexpected ecosystem changes are becoming frequent, and is even more difficult to understanding if, at the base of these phenomena, there are natural or anthropogenic causes. Coastal marine ecosystems are particularly sensitive to global change. Seagrass meadows are key coastal ecosystems and especially the endemic species Posidonia oceanica, the most important seagrass in the Mediterranean Sea, which is experiencing an alarming decline in the last quarter of century. Regressed meadows have been shown to be often re-colonized by substitutes (either another seagrass Cymodocea nodosa, or algal species genus Caulerpa), leading to an ecosystem phase-shift from the highly engineering P. oceanica throughout the earliest appearance of dead matte and to the establishment of substitutes having a lower engineering capacity than P. oceanica itself.
As the recent EU Directive Marine Strategy imposed, the status of marine ecosystems has to be assessed through comparison with reference conditions, which can be defined by:
1. historical data;
2. pristine areas;
3. predictive models.
Literature has proved that ancient data are often not very reliable, that do not exist areas to be considered as pristine anymore and that application of predictive models alone is not sufficient to a correct coastal management. Thus, a multidisciplinary approach is necessary. In this study I combined ancient data and a predictive model recently proposed to define natural position of P. oceanica meadow upper limit to study evolution over time of meadows in the Ligurian Sea, between Capo Noli and Capo Vado. For this area historical series of data spanning a period of 20 years, collected through underwater depth transects were available. The predictive model has been applied, for the first time, to the historical data, in order to determine the reference conditions of P. oceanica meadows. In summer 2012, an underwater transect perpendicular to the shoreline was dived for each meadows extended in front of the coast of Bergeggi, Noli and Spotorno, to collect the following data: depth, type of substrate, morphology of the meadow, and the linear extent of five descriptors (living P. oceanica, dead matte, sand, Cymodocea nodosa, Caulerpa cylindracea). To evaluate the spatial regression of the upper limit change of the meadow, the predictive model proposed by Vacchi et al. (2014) was applied.
According to this model, three distinct zones can be recognised within the P. oceanica meadows down the profile of the submerged beach: zone a, between the shoreline and the breaking depth, where only dead matte is occasionally found; zone b, between the breaking depth and the closure depth, where meadows are often in poor condition, with reduced cover of living P. oceanica and constant occurrence of dead matte; zone c, beyond the closure depth, where meadows flourish. Under natural conditions, the upper limit should generally lie in zone b. The meadow of Noli maintained a generalized good status during the last 20 years, with its upper limit always positioned within the range of reference conditions. On the contrary, the meadow of Bergeggi experienced a great decline through time, accompanied by a phase-shift. Already from the oldest data the upper limit of this meadow was positioned out from the range of reference conditions; however, in the last years, it has been showing signs of recovery.
Alice Oliprandi
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