ARGOMENTO: MARINA MILITARE
PERIODO: XVI – XXI SECOLO
AREA: OVUNQUE
parole chiave: sciabola, arrembaggio
Le abbiamo viste impugnate nei film da pirati e avversari in una lotta fino all’ultimo sangue. Parliamo delle sciabole d’abbordaggio, armi da fianco, fedeli compagne dei marinai per tanti secoli durante i combattimenti. Come tutte le armi relativamente corte essa risultava pratica nei duelli ravvicinati durante gli abbordaggi quando le due fazioni si scontravano in un campo decisamente ingombro di cordami e manovre varie, saltando tra tughe e ponti.

cutlass
Un altro fattore da considerare era la facilità di uso che richiedeva un minor addestramento rispetto al fioretto o allo spadino, e era più efficace come arma navale da combattimento individuale rispetto alle armi da taglio di dimensioni ordinarie. Il successo della sciabola si diffuse in tutto il Mar Mediterraneo e venne usata anche in terraferma dai cavalieri mamelucchi, grazie alla lama curva che la rendeva utile nella tecnica a fendenti. Nelle campagne, un utensile simile alla sciabola d’abbordaggio era usato come attrezzo agricolo (molto simile al machete) specie nella foresta pluviale e nelle aree di produzione della canna da zucchero, come ai Caraibi ed in America Centrale. Boscaioli e soldati nel XVII e XVIII secolo usavano una simile lama corta ad un taglio, detta hanger.
Ma da cosa deriva il nome di quest’arma?
L’origine della sciabola di abbordaggio può essere dedotta dal suo nome anglosassone, cutlass, parola che si ritrova nella lingua inglese sin dal XVI secolo. Sembra infatti che essa derivi dall’italiano coltellaccio — termine che a sua volta designava una corta spada a lama larga, in uso in Italia nel secolo XVI. Probabilmente arrivò in Gran Bretagna attraverso la variante francese coutelas o coutelace, una forma di coutel, in lingua moderna couteau, ossia coltello, che driva proprio dal basso latino cultellus. Volendo risalire etimologicamente era un diminutivo di culter, sostantivo che definiva sia l’aratro sia un qualsiasi strumento da taglio. Questo coltellaccio con un solo filo divenne l’arma di eccellenza in alcune professioni come per i macellai.
La cosa curiosa è che i bucanieri, inizialmente cacciatori di frodo decisamente poco raccomandabili, che furono resi celebri dal libro di Alexandre Exquemelin sui pirati dei Caraibi, erano famosi per affumicare le carni che tagliavano con i loro … coutelas; nel XVII secolo questi filibustieri scoprirono i vantaggi della pirateria in mare diventando i primi pirati dei Caraibi e la loro arma di combattimento caratteristica divenne proprio questa corta sciabola che si prestava particolarmente per gli abbordaggi.
L’uso delle sciabole di abbordaggio ad opera di pirati è ben documentato, soprattutto dagli equipaggi di “gentiluomini” come William Fly, William Kidd, e Stede Bonnet. Sempre Alexandre Exquemelin raccontò che il bucaniere Francesco Nau detto l’Olonese utilizzasse una sciabola d’abbordaggio già nel 1667. I pirati ed i corsari usavano quest’arma anche come mezzo di pressione psicologica, poiché spesso era sufficiente che venisse impugnata e mostrata in maniera minacciosa per indurre l’equipaggio della “nave preda” ad arrendersi; inoltre veniva usata “di piatto” sui prigionieri per renderli più … collaborativi quando venivano interrogati. La sciabola come arma da combattimento navale rimase in servizio in tutte le Marine fino al XX secolo e solo nel 1936, la Royal Navy annunciò che la sciabola d’abbordaggio sarebbe stata mantenuta esclusivamente quale arma da parata. Oggigiorno è impiegata in tutte le marine europee e d’oltre oceano come arma da cerimonia, ultimo retaggio di un glorioso passato.

sciabola di ordinanza Regia Marina italiana – probabilmente fratelli Turco Napoli
La fine dell’uso della sciabola da combattimento segnò la fine di un’Era. Con la sua abolizione molte tradizioni si persero e oggigiorno solo alcune sopravvivono per il servizio navale. Le più note sono gli onori da presentare alle autorità in visita ai Reparti e, se non altro per l’effetto spettacolare, l’arco di sciabole fatto agli sposi all’uscita dalla chiesa con il seguente taglio congiunto della torta al banchetto di matrimonio.
L’importanza della sciabola declinò con l’uso estensivo delle armi da fuoco. Tuttavia, mantenne la sua importanza nella guerra navale molto tempo dopo che il suo impiego divenne obsoleto nei combattimenti terrestri. Si racconta che nell’Ottocento i Comandanti ed i Direttori del Tiro indossavano ancora la sciabola in combattimento. Altri tempi, certamente diversi da quelli odierni in cui il Comandante della nave siede intorno ad una consolle indossando solo una cuffia con microfono per dare gli ordini per l’impiego delle armi di bordo.
La sciabola dell’ufficiale di marina forse deve la sua sopravvivenza anche ad un altro motivo
Come arma dei cavalieri dal XVI al XVIII secolo, era naturale che fosse incorporata nell’uniforme dell’ufficiale di marina. L’uso della spada distingueva così il “gentiluomo” benestante. Non c’era da meravigliarsi che l’ufficiale di marina, da sempre ufficiale gentiluomo, indossasse una arma da taglio lunga come qualsiasi “gentiluomo” anche nella vita sociale esterna. Diverso era il suo uso a bordo che aveva compiti prettamente di combattimento.
Una fattura antica
Le sciabole di marina di oggi, o almeno dal dopo guerra, hanno purtroppo perso molto della loro raffinatezza e presentano else in materiale plastico e lame di acciaio decisamente più scadenti.
Le sciabole di ordinanza degli ufficiali del XIX e XX secolo, ad uso nelle marine europee, erano abbastanza simili. Le loro lame dritte o moderatamente ricurve, con una lunghezza di circa 90 centimetri, erano in acciaio brunito e riportavano eleganti incisioni in rilievo. Esse riportavano il nome del facitore e venivano a volte personalizzate con il nome dell’ufficiale. Il pomolo da cui partiva la protezione era una testa di leone in metallo dorato. L’impugnatura veniva realizzata in osso mentre l’elsa in metallo finemente intarsiato. Su di essa veniva riportata un’ancora sovrastata, in alcuni casi, dalle corone della nazione di appartenenza. Ricordo che nel Novecento la sciabola aveva ormai assunto una funzione di rappresentanza e non più di combattimento. Conservava un’eleganza e fattura adeguata alla classe sociale degli Ufficiali dell’epoca. Ma i tempi sono cambiati. Le sciabole moderne, ovvero quelle realizzate nel dopoguerra, hanno perso molto della qualità originale e i foderi sono ormai in materiale plastico … purtroppo niente a che vedere con quelli di prima dell’ultima guerra mondiale che erano in cuoio con interni di pelle di squalo. La guardia delle sciabole odierne, come il dorso dell’impugnatura, le guarnizioni e il puntale del fodero, sono di metallo dorato; il fodero è in materiale plastico nero verniciato e la parte interna dell’impugnatura, un tempo di avorio o osso finemente intarsiato, è di materiale plastico rigido di color bianco.

sciabola maresciallo marina militare
Anticamente, per il corpo equipaggi, ovvero i sottufficiali marescialli, la fattura era meno elegante ed ha seguito nel tempo il degrado della qualità subito da quelle degli Ufficiali. Anche in questo caso, la guardia, il dorso dell’impugnatura (nero), le guarnizioni e il puntale del fodero sono di metallo dorato ma completamente lisci; la lama dritta non presenta decorazioni.
Una curiosità
La sciabola da combattimento rimase ancora in dotazione dei reparti della marina statunitense (US Navy) fino al 1949. Il modello più recente fu il Model 1917 (nella foto), ridenominato durante la Seconda guerra mondiale Model 1941. Questo modello di sciabola aveva differenze trascurabili rispetto al modello del 1917. Durante la Guerra di Corea una di queste sciabole fu usata in maniera letale da un sottufficiale dei marines del ruolo tecnico in combattimento.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
Concordo con il commento del sig. Di Mauro. Comunque i dati di fatto sono quelli: l’arma bianca si è persa totalmente in un mero attrezzo da parata. C’est la vie!!!!
Con il dovuto rispetto, la teoria sostenuta per cui la sciabola mamelucca derivi da quella da abbordaggio sulla base del fatto che hanno entrambe la lama curva mi sembra quanto meno da motivare meglio. Appare moltopiù probabile che essa derivi dalla “shamshir” dei popoli dell’Asia centrale, poi arrivata nel Mediterraneo attraverso la Persia e i turchi selgiuchidi.
Non mi pare che sia stato detto che derivi da quella dell’abbordaggio. L’articolo dice che il successo della sciabola si diffuse quindi in tutto il Mar Mediterraneo e venne usata anche in terraferma dai cavalieri mamelucchi, poiché la lama curva la rendeva utile nella tecnica a fendenti. Che i mamelucchi, ma non solo, la avessero mutuata da altri popoli asiatici è probabile … ma che poi si diffuse in tutto il Mediterraneo è altrettanto accertato. Come in tutte le cose se un qualcosa funziona si diffonde. Nel campo navale le motivazioni per cui una simile arma fu adottata mi pare sia stato spiegato.