ARGOMENTO: MARINA MILITARE
PERIODO: XIX – XXI SECOLO
AREA: LIVORNO
parole chiave: Accademia Navale
Esiste un luogo magico, in cui da oltre un secolo tradizione ed innovazione si susseguono: l’Accademia Navale di Livorno. In quell’Istituto che si affaccia sul mare, dal 1881, anno della sua inaugurazione, vengono formati gli Ufficiali, prima della Regia Marina ed oggi della Marina Militare italiana.
La sua storia, come molte delle sue tradizioni arrivate intatte fino ai giorni nostri, รจ stata scritta non solo dagli Uomini che scrissero pagine di valore della nostra storia navale ma anche dai tanti Uomini ed oggi Donne che silenziosamente, come nello stile della Forza Armata, operano in mare e dal mare per il nostro Paese. Questa รจ forse la magia di questo Istituto universitario, austero e d’รฉlite, dove gli allievi e gli ufficiali che frequentano i corsi interni sono sottoposti da sempre a ritmi intensi dove studio, sport e addestramento militare si conciliano con lo scopo di creare Ufficiali in grado di rappresentare con onore per mare e per terra il nostro Paese. Certo non รจ una scelta per tutti; ci vuole molta volontร e soprattutto motivazione per mantenere accesa quella fiamma accesa fra quelle mura antiche durante la carriera. I venti di terra come quelli di mare soffiano violenti e molti si perdono per strada. Per questo motivo l’Accademia, possiamo dire storicamente, ha sempre preferito selezionare con cura il proprio personale nella consapevolezza delle prove che i suoi figli avrebbero dovuto sostenere per mare e per terra nella loro vita.
Una lunga storia
La Marina del Regno di Italia, per opera del Ministro Camillo Benso Conte di Cavour, incominciรฒ ad organizzarsi prima del 17 marzo 1861, data in cui il Re Vittorio Emanuele assunse il titolo di Re d’Italia.
ritratto di Camillo Benso Conte di Cavour (1810-1861) – olio su tela – autore Michele Gordigiani – Fonte Museo del Risorgimento Camillo benso Conte di Cavour iii.jpg – Wikimedia Commons
Nel gennaio 1861, Cavour creรฒ il Ministero della Marina separandolo da quello della Guerra. Sebbene Presidente del Consiglio fu lui il primo ministro della Marina, nella consapevolezza dell’importanza di creare uno strumento navale importante per il prestigio del nuovo Regno. La sfida maggiore fu quella di integrare delle realtร totalmente diverse: la piccola Marina Sarda rinforzata dal naviglio borbonico, siciliano e toscano, una flotta eterogenea di navi ad elica ed a vela. L’unificazione degli Ufficiali non fu facile. Molti Ufficiali della Marina napoletana si rifiutarono di aderire alla nuova Marina, sebbene gli fosse stato concesso di mantenere il loro rango ed anzianitร . Problema ancor piรน complesso fu l’integrazione degli Ufficiali della Marina dittatoriale siciliana, per lo piรน irregolari arruolatisi nell’esercito di Garibaldi che comprendevano ex ufficiali della Marina Sarda ma anche borbonici e austroungarici che erano stati cacciati da Venezia dopo i moti del 1848.
Benedetto Brin in divisa da ispettore generale del Genio Navale
Benedetto Brin in divisa.jpg – Wikimedia Commons
A seguito dellโUnitร dโItalia la scuola di marineria fu fondata su iniziativa dellโallora ministro della Marina, lโIspettore Generale del Genio Navale Benedetto Brin che riunรฌ in questa istituzione le due precedenti scuole la โRegia scuola di marinaโ del Regno di Sardegna”, che aveva sede a Genova, e “la Real Accademia di Marina borbonica”, di Napoli. Due mondi professionalmente diversi, con approcci differenti in unโItalia appena nata in cui convivevano di fatto tre marine, la Sarda, la Borbonica e quella siciliana. Dopo aver analizzato molte ipotesi, tra cui il Lazzaretto del Varignano, fu il Conte Camillo Benso di Cavour a proporre che essa nascesse a Livorno, un pรฒ perchรฉ in posizione centrale rispetto alle precedenti, ma anche perchรฉ ben raggiungibile.
La zona dove fu realizzata la scuola ospitava dal 1640 il Lazzeretto di San Jacopo, una vera cittadella sul mare, circondata da un fossato ed unโalta muraglia alla quale si accedeva solo da un ponte levatoio che assicurava il dovuto isolamento per la quarantena degli equipaggi delle navi.
Sul grande portale monumentale d’ingresso, sopra l’arco si legge ancora la targa marmorea che commemora l’utilitร dell’opera pubblica per la salute e la navigazione: “Petrus Leopuldus Arch. Austr. Hung. Boem. R.P. Magnus Etrur. Dux navigationis et salutis publicae vindex hominibus mercibusque graviore pestilentiae suspicione notatis tutius expurgandis remotiorem hanc insulam et porticus designavit construxit ann. MDCCLXXIII“.
Una partenza in salita
Lโunione in unโunica sede delle due scuole, al fine di formare i futuri ufficiali del Regno, non fu facile. Tra i vari aspetti presi in considerazione cโera anche quello della lingua; in Toscana si parlava lโitaliano, assunto come lingua ufficiale in un Regno ancora diviso dai dialetti e la scelta di Livorno dava garanzia per una corretta e comune formazione agli allievi. Uno tra i primi a frequentarla, oltre a numerosi Savoia, fu Manlio Garibaldi, lโultimo figlio maschio di Giuseppe Garibaldi, che acquistรฒ una villa nella zona di Ardenza. La progettazione del complesso di edifici fu affidata al capitano del Genio militare Luigi Pestalozza ed i lavori furono avviati nel 1878 sotto la guida dell’ingegnere livornese Angiolo Badaloni.
Nel 1913 fu poi annessa al complesso dell’Accademia Navale anche l’adiacente area occupata dal preesistente lazzaretto di San Leopoldo, dove ora si ritrovano le strutture didattiche.
L’Accademia navale ricevette la bandiera d’Istituto nel 1906 dal Re Vittorio Emanuele III che la consegnรฒ nelle mani del Comandante dell’Istituto, incarico ricoperto dall’allora Capitano di vascello Thaon di Revel, che sarebbe stato l’artefice della vittoria sul mare durante il successivo primo conflitto mondiale.

corso Aquila I dell’accademia aeronautica svolto a Livorno
Non tutti sanno che gli edifici dell’Accademia Navale di Livorno ospitarono, dal 1923 fino al 1926, anche gli allievi di quella che sarebbe diventata l’Accademia aeronautica. La Regia aeronautica, istituita come forza armata autonoma, utilizzรฒ questa sistemazione provvisoria per i propri allievi ufficiali in attesa di dotarsi di una propria accademia.
Nel corso della seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti, che colpirono Livorno tra il 1943 e il ’44, l’Accademia fu costretta a trasferirsi a Venezia e, successivamente, dopo soli due mesi, a Brindisi, presso le strutture del Collegio navale “Niccolรฒ Tommaseo” della GIL, dove rimase fino al 5 giugno 1946, data in cui lโIstituto fece finalmente rientro a Livorno.
Le strutture che ospitavano l’Accademia avevano subito forti danni a causa dei bombardamenti e fu necessario intraprendere, nel primo dopoguerra, una sostanziale opera di ricostruzione e di potenziamento delle infrastrutture che durรฒ ventโanni e che vide, nel 1966, la consegna del moderno “Palazzo Studi“, attuale sede dei laboratori e aule didattiche specialistiche.
Dopo aver raccontato anche se brevemente la sua lunga storia, in un prossimo articolo visiteremo la casa madre di tanti Ufficiali di Marina.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), รจ laureato in Scienze Marittime della Difesa presso lโUniversitร di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude allโUniversitร di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. ร docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).