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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII SECOLO
AREA: MEDITERRANEO
parole chiave: corvette, remi, battaglie navali, Mediterraneo
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Le corvette veneziane del XVIII secolo
Nei primi decenni del Settecento un piccolo numero di corvette (o “crovette”), solitamente non più di tre, faceva parte della squadra veneziana del Capitano del Golfo. La squadra si occupava essenzialmente di polizia marittima nel Mar Adriatico, con un’area operativa che andava dalla linea Zara-Ancona a Corfù, e con l’isola di Lesina come base principale.

fregata a remi veneziana (progetto di Antonio Nadale) – Biblioteca Universitaria di Padova
La squadra era formata da poche unità, con punte massime, nel corso di Seicento, di sei sette galee (solitamente non tutte operative, anzi spesso le galee in crociera erano due o tre) e galeotte e barche armate come unità leggere, che operavano solitamente di conserva alle galee, a formare anche squadriglie come sotto unità della squadra.
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fregata a remi veneziana – Progetto Alessandro Nadale – Biblioteca universitaria di Padova

fregata a remi veneziana – Progetto Alessandro Nadale – Biblioteca universitaria di Padova

fregata a remi veneziana – Progetto Alessandro Nadale – Biblioteca universitaria di Padova – notare le coppie di boccaporti inframezzati a quelli dei cannoni per i remi
Nel Settecento la squadra si arricchisce di un’altra tipologia di unità, le corvette, legni armati a brigantino e dotati, come le altre unità della squadra, di remi. Il remo era elemento essenziale nella guerriglia marittima mediterranea correlate alla corsa e alla controcorsa (polizia marittima). Sulla scia della storiografia navale oceanistica, principalmente britannica, la manovra al remo nei secoli dell’età moderna era considerata retaggio del passato e simbolo dell’arretratezza e del declino del Mediterraneo, sotto il profilo economico-marittimo e navale (cioè militare).

fregata a remi veneziana – i boccaporti per i remi sono inframmezzati a quelli dei cannoni
Non é così
La prospettiva oceanistica, che vede nel veliero oceanico l’unica forma di modernità nautica e guarda agli oceani come unici protagonisti della modernità navale, non è applicabile al Mediterraneo a scatola chiusa; va messa in relazione con l’ambiente meteo marino mediterraneo e con gli ambiti operativi in cui agivano le forza navali mediterranee. Il Mediterraneo non è in declino in età moderna, anzi i traffici marittimi al suo interno crescono. Ma non è questo il momento di parlarne. Quello che qui ci interessa è capire quale era l’ambiente e quali erano le condizioni operative in cui agivano le flotte mediterranee.

la Capitana di Tripoli (1709) catturata dalla squadra navale di Malta (museo navale di Malta). Era un vascello a due ponti con doppia propulsione vela – remo
Un ambiente caratterizzato da:
– presenza di una guerriglia marittima (corsa e controcorsa) che scandiva la quotidianità mediterranea nella buona stagione (la stagione in cui principalmente si navigava);
– una buona stagione caratterizzata da frequenti calme e dal ricorrere della bonaccia;
– un mare stretto fra terre in cui si navigava principalmente sotto costa, e quindi in spazi ancora più stretti.
Per navigare sotto costa, in spazi stretti, durante la stagione delle calme e delle bonacce, in caccia dei bastimenti corsari che predavano i mercantili, il remo era quindi elemento fondamentale. Non era un sintomo di arretratezza ma una necessità imprescindibile. Non è un caso se le marine nordiche, frequentando il Mediterraneo, a partire dal tardo Seicento adatteranno i loro velieri alle necessità imposte dall’ambiente munendoli di remi.

HMS Charles Galley, fregata galera inglese da 32 cannoni varata nel 1676 appositamente per operare nel Mediterraneo contro i corsari barbareschi Van de Velde il Giovane, National Maritime Museum
Dal tardo Cinquecento si moltiplicano nelle fonti i casi di galeoni, navi e fregate inglesi, olandesi e francesi munite di remi. Le navi tonde, i velieri, se volevano far la corsa, fare la contro corsa, o anche semplicemente sfuggire alla caccia dei corsari, non potevano fare a meno del remo.
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Emiliano Beri
Professore aggregato – RTDb Università di Genova
Docente di storia militare e storia sociale M-STO/02
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Emiliano Beri si è laureato con lode in Storia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova. Nel 2011 vi ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia, discutendo una tesi sulle guerre di Corsica del medio Settecento. Dal 2012 al 2016 è stato assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Antichità, Filosofia, Storia e Geografia dell’Università di Genova. Negli anni accademici 2016-17 e 2017-18 ha insegnato Storia sociale nel corso di Laurea triennale in Storia e Storia militare nel corso di Laurea magistrale in Scienze Storiche della Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova. Per l’anno accademico 2018-19 è stato docente aggregato di Storia militare nel corso di Laurea magistrale in Scienze storiche della stessa Scuola. A partire dall’anno accademico 2019-20 è docente aggregato sia di Storia militare che di Storia sociale.
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