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livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA DELLE ACQUE
PERIODO: NA
AREA: MARE ADRIATICO
parole chiave: Albania, relitto, archeologia
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Lo si sospettava da tempo: l’Albania, da sempre crocevia del traffico mercantile, conserva nei suoi fondali importanti testimonianze archeologiche, veri tesori della storia marittima antica del Mediterraneo. Un relitto ritrovato nel 2008 ha restituito un piccolo tesoro che dovrebbe incentivare la ricerca in quelle acque da sempre frequentate da pirati e mercanti.

Parco nazionale di Butrint, Albania – photo credit Elaine Ferritto Calip
Crocevia di commerci e pirati
I popoli che la abitarono, soprattutto lungo la costa meridionale, vennero presto a contatto con i Greci, che vi fondarono importanti colonie mercantili come Epidamno ed Apollonia. Le fonti storiche sono concordi a definire quelle tribù illiriche come non propriamente pacifiche, dedite largamente alla pirateria. Sconfitti dai Macedoni, nel 358 a.C., gli Illiri furono assoggettati e divennero un corpo militare dell’esercito di Alessandro Magno che li condusse fino alla lontana Persia. Dopo la sua morte, nel 323 a.C., i differenti piccoli regni illirici si ribellarono e riconquistarono la loro indipendenza espellendo, nel 312 a.C., i Greci da Durazzo. Nacque così un potente regno con capitale nei pressi dell’odierna città albanese di Scutari. Il re Agrone e la regina Teuta, che gli succedette nel 231-230 a.C., consolidarono un regno che si spingeva dall’Albania settentrionale al Montenegro ed alla Erzegovina.

Teuta, regina degli Illiri
Teuta professò una politica aggressiva contro le navi onerarie romane, favorendo la pirateria che assunse, sotto il suo comando, una struttura militare ben organizzata. Alla fine i Romani dovettero intervenire militarmente e, con una geniale manovra a tenaglia sia da terra che dal mare, costrinsero la Regina alla capitolazione. Tracce di questo passato bellicoso riposano ora sui fondali delle coste albanesi, che sono ancora in gran parte da esplorare.
Breve storia recente
La storia dell’Albania meriterebbe molte pagine ma, per restare in tema, voliamo direttamente ai tempi moderni, quando, al termine della seconda guerra mondiale il Paese subì la dura repressione politica di Hoxha. Il dittatore comunista provocò migliaia di vittime dal 1945 al 1987 e, solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1985, iniziò in Albania un processo riformista. Per molte ragioni, la trasformazione verso un regime più democratico non ebbe successo e provocò il collasso economico della nazione. Solo nel 1990, contestualmente alla caduta dei regimi comunisti dell’Europa orientale, venne introdotto in Albania un timido bipartitismo per cercare di eliminare la corruzione statale. Nel 1996, un nuovo collasso finanziario portò a proteste popolari di massa che, durante i primi mesi del 1997, fecero precipitare nuovamente il paese nel caos, causando circa 2.000 morti ed una forte emigrazione verso l’Italia e la Grecia. Dopo varie vicissitudini, nel 2009, l’Albania entrò nella NATO ed ha ora presentato domanda di adesione all’Unione europea che, il 27 giugno 2014, le ha riconosciuto lo status di Paese candidato.
Questo processo se da un lato ha consentito un’apertura a gruppi di studio internazionali dall’altro ha turisticamente reso disponibili i suoi “ancora sconosciuti” fondali e messo a rischio il suo ricchissimo patrimonio sommerso.

relitto di una nave romana con il carico di anfore (Photo: INA)
Centinaia di manufatti romani e greci rischiano quindi di essere depredati da cacciatori di tesori senza scrupoli, non facilmente contrastabili a causa della limitata capacità di controllo delle autorità marittime locali.
Le ultime scoperte
Una recente scoperta di numerosi relitti da parte di una Fondazione americana, il Waitt Institute, e della RPM Nautical Foundation ha evidenziato come questo patrimonio, se correttamente esposto, oltre agli evidenti aspetti archeologici, potrebbe fornire un importante contributo a sostegno dell’economia locale. RPM ha mappato i fondali marini del Mar Ionio dal confine greco fino alla Baia di Vlora, trovando almeno ventidue relitti dall’epoca classica alla Seconda Guerra Mondiale. Tra i relitti più antichi sono state ritrovate centinaia di anfore di terracotta impiegate per il trasporto dell’olio d’oliva e del vino lungo le rotte commerciali tra il Nord Africa e l’Impero Romano.
Queste scoperte hanno confermato come l’antica Illiria fu anticamente crocevia di commerci marittimi, in un insidioso braccio di mare dove furiose tempeste e pirati senza scrupoli rendevano la navigazione rischiosa. I fondali sono ricchi di reperti ancora non scoperti derivanti dai tanti naufragi che rischiano di essere preda di cacciatori di tesori. La Sovraintendenza albanese non ha mezzi sufficienti per poter operare autonomamente e tanto meno è in grado di proteggere le aree archeologiche per mancanza di mezzi e personale.
Un aiuto da oltre oceano
Undici anni fa, l’arrivo della nave da ricerca Hercules a sostegno degli archeologi albanesi fu vista come una vera e propria manna dal cielo. La nave, dotata delle più moderne attrezzature, un moderno side scan sonar, veicoli filoguidati e subacquei professionisti, fu un valore aggiunto per il Governo albanese che era impossibilitato a condurre autonomamente delle ricerche subacquee su quei ricchi fondali. L’RPM, divenuto ormai di casa, si avvale del supporto di un ente di ricerca statunitense, l’U.S. Institute of Nautical Archaeology, (INA).
Iniziano gli scavi
Dopo le prime ricerche RPM ritiene che sia giunto il momento, con il supporto dell’Istituto di Archeologia Nautica, di iniziare lo scavo dei tanti relitti identificati, un lavoro economicamente costoso e scientificamente molto delicato. Le attenzioni dei ricercatori potrebbero concentrarsi sul sito di Butrint, un sito greco e romano protetto dall’UNESCO, collocato nella zona più meridionale dell’Albania, nei pressi del confine con la Grecia.
La nave di ricerca del U.S. INA, la Virazon II, rimarrà ancora un mese nelle acque albanesi per valutare la fattibilità di realizzare uno scavo su larga scala. L’ultima spedizione ha rivelato i resti di quattro navi greche affondate tra il sesto ed il terzo secolo a.C., ed altri tre siti sono stati marcati. “Queste scoperte sono molto importanti per colmare l’assenza di documentazione relativa a quel periodo storico“, ha riferito Andrej Gaspari, un archeologo subacqueo sloveno. “Le sole navi scoperte e documentate di quel periodo sono state trovate nel Mediterraneo occidentale ed in Israele“.
Ritrovamenti
Come abbiamo premesso, l’Illiria costituiva in epoca classica un nodo commerciale marittimo, attraverso il quale passavano i traffici tra la Grecia, l’Italia, il Nord Africa ed il Mediterraneo occidentale. Nell’agosto del 2008 è stato ritrovato un relitto particolarmente interessante che ha restituito dei reperti particolarissimi: un’anfora di terracotta lunga 51 cm, per vino o olio, ed un’altra più piccola, trovate alla profondità di 80 metri. Le due anfore venivano probabilmente da Corinto tra il sesto ed il quinto secolo a.C. e si trovavano su una nave mercantile che naufragò tre chilometri al largo della costa. Sono oggetti molto rari dei quali esistono in tutto il mondo solo cinque esemplari. Altri ritrovamenti sono stati un’anfora, una giara nordafricana risalente al I-III sec. d.C., un’ancora romana in pietra del secondo o primo secolo a.C.. ed alcune tegole del quarto secolo a.C. A tal riguardo … “Non era mai stato trovato prima un relitto carico di tegole … ” ha detto l’archeologo albanese Adrian Anastasi … ” la quantità di tegole e la loro disposizione mostra che il relitto della nave si trovi ancora sotto il carico … “.

il carico di tegole sul relitto
L’Albania sta quindi cercando di proteggere e capitalizzare il suo ricco patrimonio subacqueo, a lungo trascurato dal ex regime comunista, ma la conservazione dei beni culturali riceve ancora scarsi finanziamenti dal governo. Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, l’Agenzia costiera nazionale albanese aveva organizzato, nel febbraio 2017, una piccola mostra fotografica “Real underwater Albania” in una strada pedonale di Tirana; solo trenta fotografie ma significative, per sottolineare l’importanza della ricerca subacquea archeologica per lo sviluppo turistico nella regione.
Piccoli passi per preservare questo tratto di mare, ricco di storia e che nasconde ancora tanti segreti.
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