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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO – AUSTRALIA
parole chiave: relitto
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I relitti affascinano per l’aura di mistero che li avvolge negli abissi. Non è necessario che contengano tesori favolosi: il loro destino e quello dei loro passeggeri li lega in una storia infinita che non sempre viene svelata. Le strutture delle navi vengono lentamente colonizzate dagli organismi marini quasi a voler cancellare queste tragedie del mare, sostituendo la morte con nuova vita. Racconto oggi la storia del piroscafo britannico S.S. Yongala, una nave passeggeri e merci costruita dalla Amstrong and Whitworth & Co Ltd a Newcastle upon Tyne, in Inghilterra.
Varata il 29 aprile 1903 e registrata ad Adelaide, Australia, prese il nome dalla cittadina di Yongala, nell’Australia meridionale, una parola dalla lingua Nadjuri che significa “buona acqua”. La nave di oltre cento metri di lunghezza per 3.700 tonnellate di stazza, era propulsa da un motore a vapore a tripla espansione costruito da Wallsend Shipway e Engineering Co., e possedeva una singola elica. La velocità massima ufficiale era di 15,8 nodi. A quella velocità i motori di Yongala consumavano oltre 67 tonnellate di carbone al giorno. Inoltre, cosa innovativa, era fornita di impianti di refrigerazione delle celle viveri per il trasporto delle merci congelate.
Storia operativa
All’entrata in servizio, il piroscafo operava sulla rotta passeggeri che collegava i campi auriferi dell’Australia occidentale con i porti orientali di Adelaide, Melbourne e Sydney. Fu nel 1906, che la Yongala fu trasferita sulla rotta Brisbane-Fremantle per percorrere la rotta diretta di 2.700 miglia) tra i due porti; il più lungo viaggio interstatale in quel momento.
Durante i mesi invernali, dal 1907 all’inizio del 1911, la nave fu riassegnata alla rotta Melbourne-Cairns della Adelaide Steamship Company. Il 14 marzo 1911, sotto il comando del capitano William Knight, il Yongala iniziò il suo 99° viaggio nelle acque australiane. Lasciò Melbourne con 72 passeggeri, in direzione di Brisbane, dove arrivò il 20 marzo.

capitano William Knight
A Brisbane, la maggior parte dei passeggeri da Melbourne fu sbarcata, ed imbarcarono nuovi passeggeri e merci diretti verso la costa del Queensland. Un’ispezione portuale affermò che il piroscafo era “in ottimo stato“, e la nave ripartì per Mackay, dov’era previsto l’arrivo il 23 marzo. Dopo il trasferimento di passeggeri e merci, la nave salpò verso nord per Townsville alle 13:40, trasportando 49 passeggeri per 73 membri dell’equipaggio.
Cinque ore dopo, il guardiano del faro della Dent Island Light vide il piroscafo Yongala navigare nel Whitsunday Passage; fu l’ultimo avvistamento conosciuto della nave. Poco prima che la nave partisse da Mackay, fu ricevuto alla stazione marittima un avviso meteorologico che segnalava l’arrivo di un forte ciclone tropicale tra Townsville e Mackay, ma non pervenne al piroscafo in quanto sprovvisto di servizio radio. Quella mancata ricezione gli fu fatale e la nave affondò durante il ciclone, presumibilmente il 24 marzo 1911. Il Comandante Knight con i 122 passeggeri e membri dell’equipaggio persero la vita nel naufragio. Le ricerche della nave non partirono subito e solo il 26 marzo fu data per dispersa.
Ma dov’era finita?
Alcuni pensarono che avesse urtato le barriere coralline tra Flinders Passage e Keeper Reef. Resti del relitto furono ritrovati sulle spiagge di Hinchinbrook Island a Bowen, ma lì non si trovò traccia della nave e dei passeggeri. L’unico corpo ritrovato fu quello di un cavallo da corsa, Moonshine, spiaggiato alla foce del Gordon Creek. L’inchiesta non venne a capo di nulla. Il Comandante Knight aveva reputazione di essere uno dei più capaci della Adelaide Steamship Company, con 14 anni di servizio senza incidenti, e la commissione di inchiesta concluse che “the fate of the Yongala passes beyond human ken into the realms of conjecture, to add one more to the mysteries of the sea“. Il Board scrisse nel rapporto finale che navigare nella Grande Barriera Corallina durante la stagione dei cicloni tropicali era rischioso e che l’opzione più sicura era quella di assicurare il miglior ancoraggio disponibile e superare la tempesta. Conclusioni ovvie, redatte per chiudere l’inchiesta, forse per motivi assicurativi.
La scoperta del relitto
Nel 1943, un dragamine si imbatté in quella che allora si pensava fosse una secca, a undici miglia a est di Cape Bowling Green. Il comandante della nave segnò sulla carta un grande ostacolo sommerso a circa 24 metri di profondità. Si dovette aspettare la fine della guerra, quando il punto fu investigato dall’H.M.A.S. Lachlan nel giugno del 1947; solo dopo diverse ricerche con l’ecoscandaglio trovò un’oggetto lungo circa 91 metri, probabilmente il relitto di un piroscafo sdraiato su un fianco. Per gioco forza, l’unica nave che era stata dispersa in quelle acque era la Yongala. Nel 1958, Bill Kirkpatrick localizzò il relitto e portò in superficie una cassaforte in acciaio che conteneva solo fanghi neri. L’unica cosa che offriva un indizio per l’identificazione della nave era il numero di serie della cassaforte: 9825W. Successivamente fu stabilito che si trattava di una cassaforte Chubb fornita per il commissario di bordo della Yongala durante la sua costruzione nel 1903. Una prova inequivocabile della sua identità.
Un relitto ritenuto tra i migliori al mondo
Il relitto della Yongala riposa su un fondale sabbioso e di fatto ha creato una barriera corallina artificiale, fornendo un habitat ideale per la fauna marina. La massima profondità del relitto è di circa 30 metri, con le sue sezioni superiori a 16 metri sotto la superficie. Nel 1981 il relitto fu mappato dal biologo marino Leon Zann fornendo ai posteri un elemento importante di valutazione per il futuro. Sebbene la sovrastruttura del relitto sia rimasta intatta, il significativo accumulo di sabbia attorno al lato di dritta della nave è stato spazzato via, e le prese d’aria e le strutture esterne sono crollate. Il relitto della Yongala si trova all’interno del Parco Marino della Grande Barriera Corallina. Si trova a circa 48 miglia nautiche a sud-est di Townsville e 12 miglia nautiche ad est di Cape Bowling Green. La sua posizione ufficiale è 19 ° 18’15.9 “S 147 ° 37’31.6” E.
Attenzione: il relitto è protetto dal Commonwealth Historic Shipwrecks Act del 1976 ed è gestito dal Museum of Tropical Queensland, Townsville. Nel 1981 alla Yongala fu data la protezione ufficiale ai sensi della legge sui naufragi storici. Il piano di gestione prevede una zona protetta – questo include il sito del relitto stesso ed il fondale marino in un raggio di circa 800 metri dal relitto. L’accesso è permesso solo tramite l’autorizzazione della Sezione Archeologia Marittima del Museo del Queensland Tropical. Per ridurre l’impatto ambientare degli ancoraggi, nel 2002, sono stati installati diversi ormeggi.
La S.S. Yongala è oggi una grande attrazione turistica per il settore delle immersioni ricreative a Townsville. È un luogo di immersione popolare con una vasta gamma di vita marina con più di 10.000 subacquei che visitano il relitto ogni anno. Ricchissimo di vita, vi possiamo incontrare mante, serpenti marini, polpi, tartarughe, squali tigre, nuvole di pesci e naturalmente coralli spettacolari. L’immersione sul relitto si limita agli esterni ed è quindi vietato entrare nella nave, pena l’arresto. Non ultimo si suggerisce la visita al Museo Marittimo di Townsville che possiede una vasta esposizione dei cimeli raccolti sul relitto della Yongala. Per i fortunati che potranno visitarlo, non mi resta che augurare una buona immersione.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
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