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ARGOMENTO: SICUREZZA MARITTIMA
PERIODO: ODIERNO
AREA: OVUNQUE
parole chiave: narcotraffico, criminalità organizzata, le vie della droga, Direzione Centrale per i Servizi Anti Droga

Cattura un semi-sommergibile carico di cocaina nell’Oceano Pacifico orientale nel 2009. LEDET 106 ha recuperato sei tonnellate di cocaina e arrestato quattro trafficanti di droga durante la missione. Credito Photo Marine Corps Recruit Depot, San Diego
Esistono guerre che non sono alla luce del sole, combattute da uomini e donne a rischio della loro vita per salvaguardare il nostro futuro. Negli ultimi trent’anni il contrasto al contrabbando di stupefacenti in mare è diventato una priorità a livello mondiale che vede coinvolte da un lato le forze di polizia e militari dall’altro la criminalità organizzata in una lotta impari e senza esclusione di colpi. Scopriamo le attività in mare di questi eroi senza volto, le loro attività in campo nazionale per contrastare i narcotrafficanti, sempre più dotati di mezzi sofisticati ed avanzati.

le vie della droga – da Limes
Le attività in campo nazionale
Al fine di ottimizzare la lotta al narcotraffico internazionale, nel 1991, in Italia fu istituita, con il decreto interministeriale 15 giugno 1991, la Direzione Centrale per i Servizi Anti Droga, composta da personale interforze, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonché da personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno. Le operazioni in mare sono coordinate con l’impiego dei mezzi delle forze dell’ordine, della Guardia di Finanza e, in certe occasioni, con il concorso del personale del Corpo delle Capitanerie di Porto che può legittimamente svolgere dette funzioni solo “entro determinati ambiti“ .
L’attività di prevenzione e repressione dei traffici contro la diffusione delle sostanze stupefacenti, si avvale anche del “sistema operativo integrato” del Corpo della Guardia di Finanza, che assolve l’importante compito di vigilanza in mare mediante la propria componente aeronavale. Il traffico di sostanze stupefacenti viene contrastato tramite attività investigative poste in essere dai Reparti Speciali, in primis lo S.C.I.C.O., dalle Sezioni G.O.A. dei Nuclei di polizia tributaria e dagli altri Reparti territoriali. Si tratta di una guerra senza frontiera in cui le forze di polizia, eroi silenziosi che vigilano sulla nostra sicurezza, operano contro un nemico occulto con radici transnazionali. L’azione di intercettazione dei traffici illeciti di droga si muove in stretta sinergia con le analoghe attività degli altri Stati, in particolare quelli europei e confinanti, con i quali si conducono investigazioni congiunte. Grazie agli accordi di cooperazione, le unità aeronavali della Guardia di finanza si spingono alla ricerca di natanti sospetti fino nell’Oceano Atlantico, attuando operazioni di polizia internazionali in una lotta ad alto rischio che riguarda la sicurezza e il benessere di tutti noi.
Una Joint task force contro un pericolo presente
In campo internazionale, nella apparentemente sonnolenta Key West, ultima cittadina delle Keys della Florida, ha sede il comando operativo della Interagency Task Force South, una task force multi-service e multi-agenzia con il compito di condurre operazioni marittime contro il traffico illecito di droghe con i mezzi aeronavali disponibili.
Tutto iniziò nell’ottobre 1989 quando il Dipartimento della Difesa statunitense (US DOD) attivò un’organizzazione complessa di rilevamento e monitoraggio dei traffici aerei e marittimi responsabili di introdurre narcotici negli Stati Uniti dai Paesi del Sud America. Furono istituiti tre comandi inter agenzia: la Joint Task Force FOUR (CJTF-4) a Key West, Forida, la Joint Task Force FIVE di Alameda, Caifornia e la Joint Task Force 6 a El Paso, Texas per dirigere le operazioni di sorveglianza anti-droga nelle aree di confine tra Atlantico, Caraibi, Pacifico e Messico. A seguito della direttiva presidenziale di Bill Clinton (nr 14 del 3 ottobre 1993) l’organizzazione venne sviluppata prevedendo un nuovo piano di comando e controllo delle forze. Il 7 aprile 1994, Lee Brown, direttore dell’ufficio per la politica nazionale antidroga, firmò il piano che portò alla costituzione di tre task force nazionali inter-agenziarie (JIATF East a Key West, Florida; JIATF South a Panama e JIATF West ad Alameda, in California).
A causa dell’aumento della minaccia caraibica, il 1 giugno 1997, il Comandante in Capo U.S. Southern Command allargò la sua area di responsabilità, includendo i Caraibi e le acque al confine con il Sud America, ed assumendo il comando e il controllo del JIATF East. Inoltre, in conformità al trattato del Canale di Panama del 1979 ed alla necessità di completare il ritiro militare a Panama entro la fine del 1999, fu deciso di riunire JIATF South e JIATF East in un’unica organizzazione. Il trasferimento della missione JIATF Sud nel JIATF fu completato il 1 maggio 1999. Furono cosi attivati dei Task Group ad hoc per il controllo delle risorse statunitensi ed alleate (francesi ed olandesi) sotto il comando e controllo operativo dello JIATF South.
La cooperazione internazionale fu garantita dalla presenza di Liaison Officer di quindici Paesi, tra cui Brasile, Canada, Chile, Colombia, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Francia, Honduras, Messico, Olanda, Panama, Perù, Spagna, Trinidad and Tobago e Gran Bretagna.

operazione antidroga MAOC N
Parallelamente, dall’altra parte dell’oceano Atlantico, fu attivato il 1 aprile 2006 il Centro di analisi e operazioni marittime (MAOC N), con sede a Lisbona, un’agenzia internazionale istituita per coordinare le azioni contro il narcotraffico da parte di diversi stati dell’Unione europea. L’accordo che ha stabilito il MAOC N afferma che il Centro deve fornire un forum per la cooperazione multilaterale per sopprimere il traffico illecito di droga via mare e via aerea. Le nazioni attualmente partecipanti alla coalizione sono Portogallo, Italia, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Francia e Paesi Bassi. Il Centro si propone di sfruttare le notizie di Intelligence per ottimizzare l’impiego delle forze militari e/o di polizia più idonee a rispondere alle situazioni che si presentano.
La sua area di operazioni è l’Atlantico orientale, dal Capo di Buona Speranza nell’Africa australe al Mare norvegese. Il quartier generale di Lisbona è composto da funzionari di collegamento nazionali che rappresentano le autorità di polizia, doganali, militari e marittime delle nazioni europee partecipanti, e da un osservatore permanente degli Stati Uniti della Joint Interagency Task Force South (JIATF-S). Nei suoi primi sei mesi il MAOC portò a termine una ventina di operazioni, con dieci sequestri per un totale di oltre 10 tonnellate di cocaina. In un’operazione nel giugno 2007, 840 chilogrammi di cocaina furono sequestrati a bordo di una nave battente bandiera brasiliana intercettata dalla marina francese.

HMS Gloucester abborda lo yacht Tortuga
Il 3 settembre 2010 la polizia britannica, con il concorso del HMS Gloucester della Royal Navy, recuperò circa 30 chili di cocaina che erano stati nascosti all’interno del timone dello yacht “Tortuga”. La Joint Task Force irlandese sull’interdizione della droga ha cooperato con MAOC e SOCA nell’operazione Sea Bight che ha intercettato una cospicua partita di cocaina al largo delle coste irlandesi. In sintesi, nei suoi primi quattro anni di attività, MAOC (N) ha sostenuto il sequestro di oltre cinquanta tonnellate di cocaina e oltre quaranta tonnellate di cannabis.
Queste due organizzazioni, poste da una parte all’altra dell’Atlantico, sono in prima linea in questa guerra senza fine contro un nemico che, come vedremo, dispone di mezzi tecnologicamente avanzati.
Aree di operazioni
La lotta al narcotraffico in mare nell’Oceano Atlantico si svolge su oltre sei milioni di miglia quadrate di mare; per capirci, un’area più grande delle dimensioni degli Stati Uniti, dove i contrabbandieri appartenenti a potenti organizzazioni criminali con connessioni internazionali, trasportano il loro carico di morte destinato allo spaccio principalmente ai mercati illeciti dei paesi occidentali utilizzando, come vedremo, mezzi sempre più sofisticati. In questi ultimi anni, dopo la marijuana, la cocaina è diventata la seconda droga illegale più utilizzata negli Stati Uniti. Questo commercio di morte ha creato un’emergenza sociale che va a minare lo sviluppo civile delle società ed alimenta, in un ciclo perverso, attività criminali e terroristiche in tutto il mondo. Purtroppo ogni anno milioni di dollari di cocaina entrano in Europa, e la maggior parte arrivano per mare provenienti dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. Sebbene alcune Marine militari e le forze di polizia abbiano il potere di fermare i trafficanti in quelle zone geografiche di produzione primaria, la ricerca ed individuazione dei siti non è semplice; spesso si tratta di trovare un ago in un pagliaio o, meglio, in una giungla
Nel 2009, la guardia costiera americana sequestrò 160 tonnellate di cocaina ai trafficanti che utilizzavano una varietà di mezzi diversi: da pescherecci a barche a vela da diporto, da piccole e veloci imbarcazioni, chiamate “go fasts“, a mezzi simili ai sommergibili. Per meglio comprendere il problema dobbiamo pensare che non si tratta di contrastare dei piccoli gruppi criminali. I contrabbandieri sono ben organizzati e strutturati in formazioni paramilitari. Per i trasporto della droga, essi impiegano navi logistiche di appoggio e di rifornimento che comunicano tra loro tramite trasmissioni radio cifrate. In particolare hanno il vantaggio non trascurabile di poter acquistare, grazie alle ingenti somme di denaro in loro possesso, quello che vogliono sul mercato. Non solo mezzi terrestri ma anche mezzi subacquei e di superficie sempre più sofisticati. Tra di essi i mezzi definiti semi-sommergibili; mezzi di superficie con capacità di navigare a pelo dell’acqua, che prendono spunto dalle più moderne tecnologie militari stealth per ridurre al minimo la loro superficie radar equivalente e quindi rendersi più difficilmente scopribili dai pattugliatori delle forze dell’ordine.
Il problema non è concentrato nell’America centrale. Il traffico di stupefacenti avviene anche negli altri oceani dove task force aeronavali, come il CTF 150, di base in Bahrain, operano con compiti di polizia dell’alto mare. Il 24 gennaio 2018, la Combined Task Force 150, parte delle Combined Maritime Forces (CMF), hanno permesso nell’Oceano Indiano il sequestro di834 sacchi di eroina del peso di 915 chilogrammi.
Questa è la quarta confisca di farmaci negli ultimi mesi (n.d.r. del 2018) da parte del CTF 150. il Comando navale è attualmente sotto leadership australiana con uno staff australiano e canadese. L’area dell’Oceano Indiano è purtroppo attraversata da importanti vie della droga provenienti dall’Iran e dal Pakistan. Una minaccia globale contro un nemico senza scrupoli e in possesso di grandi disponibilità che va ad alimentare le casse di organizzazioni criminali e terroristiche.
Una lotta senza fine
Il male antico della droga continua a viaggiare per mare, sfruttando le rotte oceaniche. Le forze dell’ordine e le marine militari sono in prima linea in quella che possiamo definire una guerra mondiale al narcotraffico. Operazioni importanti sono state e vengono condotte da ambedue le sponde del Atlantico e dell’Indiano in una guerra senza fine che può essere vinta solo con una stretta collaborazione internazionale. La repressione deve essere accompagnata da un’azione educativa al fine di preservare le nuove e vecchie generazioni da falsi miti che non danno libertà ma solo nuove schiavitù.

ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
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