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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANI
parole chiave: squalo martello
E’ tra gli squali più interessanti e curiosi. Affascinante e misterioso, lo squalo martello è un temibile predatore che rischia l’estinzione a causa della stupidità umana.
Lo squalo martello (hammerhead) è un animale molto particolare, con una morfologia caratteristica che lo discosta da quella degli altri squali e con alcuni comportamenti che sono decisamente particolari che costituiscono ancora oggi un mistero irrisolto. Questo squalo straordinario, era conosciuto già nei primi secoli dopo Cristo e considerato una vera e propria belva, da temere ed evitare. L’incontro in mare con lo squalo martello era considerato causa di grande sfortuna e la sua particolare morfologia fece nascere numerose leggende che, come vedremo, sono tutte da rivedere.
Tassonomia

Smooth hammerhead (Sphyrna zygaena) uno squalo che può raggiungere i 4 metri di lunghezza – photo credit Chris Vizl Mc Gregor
Lo squalo di martello è il nome generico di una delle dieci specie che compongono la famiglia degli Sphyrnidae. Questa famiglia di squali appartiene all’ordine dei Carcharhiniformes ed ha solo due generi: gli Eusphyra ed i Sphyrna, il primo composto da una sola specie, l’Eusphyra blochii, ed il secondo con i restanti nove.
La struttura corporea della Eusphyra blochii è inconfondibile perché la tipica forma del capo espanso, con due larghe estensioni laterali, piatte e pronunciate, con gli occhi posti all’estremità, è molto più accentuata rispetto agli altri appartenenti al genere Sphyrna. La testa di questo squalo martello può raggiungere un’ampiezza complessiva pari al 40-50% della lunghezza totale del suo corpo.
Per quanto concerne gli Sphyrna le specie più popolari sono il grande squalo martello (Sphyrna mokarran), lo squalo martello minore (Sphyrna corona), lo squalo martello comune o liscio (Sphyrna zygaena) e lo Squalo martello smerlato (Sphyrna lewini).
Un pesce dalla forma strana
Lo squalo martello deve il suo nome alla particolare forma della testa, appiattita ed allungata ai lati, che forma due espansioni laterali, sostenute da importanti modifiche dello scheletro interno. La forma e la lunghezza del martello cambiano in base alle diverse specie e non è ancora completamente chiara la funzione di questa particolare morfologia della testa. Il posizionamento degli occhi dello squalo, su ogni estremità della sua larga testa, consente di eseguire la scansione di più aree più rapidamente degli altri squali. Si pensa che consenta un miglioramento sia a livello idrodinamico sia ad un potenziamento dal punto di vista sensoriale. Infatti il “martello”, essendo appiattito, aumenta la superficie della parte anteriore dello squalo e contrasta la spinta del corpo verso il basso durante il nuoto. Non a caso lo squalo martello è forse il più agile e rapido predatore.
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Lo squalo caccia da solo e può trovare razze che si nascondono sotto la sabbia del fondo marino. Gli hammerhead si nutrono anche di pesci, granchi, calamari, aragoste ed altre creature del mare. I lati superiori di questi pesci hanno colore grigio-marrone o verde-oliva e hanno una pancia bianca. Sono dotati di denti triangolari, molto impressionanti, come il bordo di una lama di una sega. La bocca dei martello si trova sul lato inferiore della loro testa. La presenza del martello aumenterebbe inoltre la percezione sensoriale: l’olfatto, la vista, la percezione delle onde di pressione e dei campi elettro-magnetici che risulterebbero più efficienti e funzionali.
Questa valutazione si basa sulla posizione delle narici, poste alle estremità della testa appiattita, che hanno dimensioni maggiori e più distanti tra loro rispetto a quelle di altre specie di squalo e darebbero una capacità olfattiva nettamente superiore. Anche gli occhi si trovano alle estremità del martello e questa maggiore distanza favorirebbe la vista stereoscopica, con una capacità superiore di determinare distanze e posizioni in acqua.
Dal punto di vista sensoriale, la linea laterale, l’organo con il quale gli squali ed i pesci ossei percepiscono le onde di pressione, che corre lungo i fianchi dell’animale, nello squalo martello si prolunga nella regione della testa fornendogli maggiori capacità discriminative. Infine la capacità di percepire il campo elettro-magnetico degli organismi viventi, risulterebbe potenziato in quanto queste cellule sensoriali, le ampolle di Lorenzini, sono diffuse proprio nell’area della testa e quindi maggiormente presenti in questo pesce. Insomma una macchina da guerra altamente capacitiva che lo rende un potenziale pericolo per molti animali marini. La loro dentatura varia da specie a specie .
Riproduzione
A differenza di molti pesci, gli squalo martello non depongono uova ma sono vivipari. Questi squali si riproducono una volta all’anno dalla fecondazione interna e il numero di prole che una femmina trasporta ha un rapporto diretto con le sue dimensioni. Maggiore è il loro peso e lunghezza, più cuccioli vengono messi al mondo. Per riprodursi, il maschio seleziona una femmina e poi introduce il suo pene nell’ovidotto per trasferire il proprio sperma. Una volta incinta, la femmina porta internamente le uova per 8-10 mesi che si alimentano attraverso il sacco vitellino. Successivamente, nascono 12 fino a 50 squaletti con una lunghezza di 18 centimetri e una testa morbida e arrotondata. I cuccioli non ricevono la cura dei genitori, ma si riuniscono in acque calde, dove possono difendersi. Nonostante vengano spesso additati come mangiatori di uomini, in realtà sono stati registrati pochi attacchi ad esseri umani. Date le sue grandi dimensioni e i suoi denti molto affilati, è comunque in grado di infliggere ferite mortali ad un essere umano e bisogna pertanto prestare attenzione ad avvicinarsi con cautela. Diversi subacquei hanno riferito che i pesci martello maggiori tendono ad essere timidi e poco reattivi con gli esseri umani. A partire dal 2009, l’International Shark Attack File ha elencato in totale trentaquattro attacchi attribuibili agli squali martello del genere Sphyrna di cui undici attacchi provocati, diciassette non provocati, uno avvenuto dopo un incidente aereo e cinque per altre cause. Fra questi, solo un attacco è risultato mortale.
Habitat
Le diverse specie di martello abitano in acque temperate e tropicali in tutto il mondo, principalmente lungo le linee costiere e le piattaforme continentali. Si ritrovano nella zona mesopelagica fino ad ottanta metri di profondità. Pur essendo dei solitari, a volte si riuniscono in gruppi per riprodursi o migrare. Ma il loro habitat più comune sono le scogliere in acque poco profonde, dove arrivano a nuotare anche in fondali bassissimi. Occasionalmente visitano le acque salmastre limitrofe al mare. Lo squalo martello è presente anche nel Mare Mediterraneo, diversi esemplari sarebbero stati segnalati nel Mediterraneo occidentale, vicino alle coste spagnole, marocchine ed algerine (Sphyrna lewini, Sphyrna mokarran, Sphyrna zygaena). In Italia ci sono stati avvistamenti nelle acque del Mar Ligure ed in Sicilia (Sphyrna mokarran, Sphyrna zygaena). E’ comunque un animale raro da incontrarsi a rischio di estinzione in molte aree del pianeta. Gli squali martello, che di recente hanno avuto nuove protezioni dall’UN Convention on the Conservation of Migratory Species of Wild Animals, sono infatti in forte diminuzione, che arriva a oltre il 90% in molte parti del mondo. Il pericolo maggiore sono le reti da pesca in cui spesso restano imprigionati. Nell’oceano Pacifico vengono pescati assieme ad altri squali per la crudele pratica del finning, il taglio della pinna dorsale per usi culinari dal più feroce e stupido dei predatori: l’Uomo.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
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