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livello elementare
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ARGOMENTO: VISITE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: FAI, Varignano
Il 25 e il 26 marzo 2017, in occasione delle Giornate di Primavera del FAI, sarà possibile visitare il comprensorio del Varignano, oggi sede del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”. Tra i siti più gelosamente custoditi dalla Marina Militare, il comprensorio del Varignano è uno scrigno prezioso che ha racchiuso un’infinità di storie che si perdono lontano nel tempo.
La località del Varignano era già frequentata in epoca romana, come testimoniano i resti archeologici di una importante villa da cui provengono statue e reperti vari di età adrianea. Il poeta Persio cita il golfo dove, probabilmente, aveva sede anche una sua villa (i locali chiamano ancora un parte della collina “perci”). Il toponimo Var ha origini ancora più antiche, probabilmente celtiche, ed ha legami con la parola acqua. Si ritrova in numerose località lungo le coste del Mar mediterraneo, in Francia ed in Spagna. Una radice celtica può essere ipotizzata considerando che il Liguri erano un popolo celtico, forse gli unici a scendere a patti con i Romani (non furono mai sconfitti) per consentire alle legioni il passaggio nelle loro terre. La prima fase di costruzione della villa, di cui suggerisco una visita, è de I secolo a.C.. Il complesso è costituito principalmente da una residenza rustico e da una area produttiva ad uso agricolo, legata alla lavorazione e produzione dell’olio di oliva. Il sito è ubicato presso il Seno del Varignano Vecchio, affacciato sul mare, tra la zona del santuario delle Grazie e, a nordest, dal forte militare oggi base militare. Il quartiere padronale – pars urbana – e la zona produttiva – pars fructuaria – sono separate da una corte che fungeva a luogo delle lavorazioni del torcularium (frantoio per la produzione dell’olio di oliva). Gli appartamenti del ricco dominus furono concepiti per uno sviluppo orizzontale, con atri pavimentati a mosaico e stanze per il riposo giornaliero e notturno. L’impianto per la lavorazione dell’olio – erano presenti due rari torchi per la spremitura e una cella olearia a cielo aperto – rimase attivo fino al I secolo d.C..
Nel primo secolo dopo Cristo, l’area del fattore (vilicus) subì una significativa trasformazione architettonica – chiamata per l’appunto “seconda fase” – con la costruzione di un impianto termale privato con locali riscaldati e vasche per i bagni freddi. Per lo scopo fu realizzata una cisterna voltata, considerata pressoché unica nel suo genere rispetto ad analoghi edifici romani dell’Italia settentrionale. Essa è posta in posizione sopraelevata per il rifornimento delle navi mercantili. Lungo l’antico limite di costa è possibile vedere anche le antiche bitte per gli ormeggi. Cessata l’attività legata all’olio di oliva, la stessa residenza romana fu frequentata fino al VI secolo quindi seguì la storia dei villaggi limitrofi con il susseguirsi delle varie dominazioni. Le notizie più antiche su questa località sono contenute in documenti dell’XI secolo, legati alla famiglia degli Obertenghi. In epoca molto più tarda il Magistrato di Sanità della Repubblica Genovese, per la sua posizione isolata, 1656 deliberò la realizzazione di un grande Lazzaretto da erigersi sul tale promontorio.
Il Lazzareto, oggi sede del Comando Subacquei ed incursori, fu costruito nel 1724 per sottoporvi a quarantena gli equipaggi delle navi in sosta in rada. La località divenne comunemente nota anche con la denominazione di Lazzaretto. Successivamente con l’avvento di Napoleone il Golfo della Spezia veniva dichiarato porto militare ed il Lazzaretto passò al servizio della Marina da Guerra francese (11 maggio 1808). Nel sito si installò la sede del Comando Militare del golfo e della guarnigione ed iniziarono gli studi per edificarvi un grandioso arsenale marittimo. Al termine dell’epoca napoleonica, il Varignano passò prima sotto il Regno di Sardegna e, successivamente, sotto quello d’Italia divenendo celebre per aver ospitato nel 1862 il Generale Giuseppe Garibaldi, ferito nello scontro con l’esercito piemontese all’Aspromonte.
L’utilizzo di ospedale rimase fino alla metà del XIX secolo quando, nel 1866, a seguito dello sviluppo della Spezia, identificato dal Cavour come idoneo ad ospitare la flotta ed i suoi Arsenali, si rese necessario trasferire il Lazzareto all’isola dell’Asinara. Nel 1888 terminava definitivamente la funzione sanitaria delle strutture del Lazzaretto per assumere quella di Comando della Difesa Marittima locale e, successivamente, di Scuola del Corpo Reali Equipaggi di Marina per le categoria Torpedinieri e Radiotelegrafisti.
credit HDS da ufficio storico della Marina militare: anni ’30 Varignano corso presso la scuola palombari
Il Varignano è diventata la sede dei Palombari dal 1910, quando la Scuola Palombari sorta a Genova il 24 luglio 1849 vi venne trasferita, e degli Incursori dal 1952, quando venne costituita tale categoria dall’esperienza acquisita dagli operatori dei Mezzi di Assalto della seconda guerra mondiale. Il nuovo corso per gli arditi comprendeva due fasi: una fase terrestre, svolta presso la Scuola del genio pionieri della Cecchignola (Roma) ed un corso anfibio presso il MARICENTARDIN che aveva la durata di tre mesi e mezzo ed aveva lo scopo di far apprendere le tecniche di impiego dei reparti anfibi. All’epoca molti degli istruttori erano medaglie al valore della guerra, uomini gamma che trasmisero lo spirito del Serchio alle nuove leve.
Nel 1952 il MARICENTROSUB, sotto la guida del CV Vesco, riavviò il corso per il gruppo Nuotatori Guastatori, in pratica vene ricostituito il corso Gamma, sotto la guida del TV Coppa e del Capo Pa/Smz Feroldi, un uomo di grande spessore umano che aveva ricevuto due medaglie d’argento per le operazioni di assalto con la X Mas. Nel 1956/57 le dimostrate capacità operative degli Arditi Incursori portarono ad un nuovo sviluppo del Comando del Varignano con la costituzione ufficiale di una Scuola Incursori (appartenente al gruppo Scuole) ed di un Gruppo Operativo Incursori. Le componenti Gamma e Arditi si fusero creando gli Arditi incursori. Sono passati sessant’anni da quella data e le componenti operative Palombari ed Incursori del Comsubin si sono sviluppate e sono tutt’oggi composte da specialisti di altissimo livello, riconosciuti in campo internazionale e degni eredi dei loro predecessori. La visita al Varignano è un occasione unica per conoscerli e visitare questi luoghi ricchi di storia. Durante la visita potrete visitare i luoghi dove operano e si addestrano questi uomini straordinari e conoscere dalla loro viva voce la loro storia. «Apriamo questi luoghi – ha spiegato Giampaolo Trucco, comandante di fregata, ufficiale palombaro del Comando – anche perché in un momento di crisi vocazionale crediamo sia una buona occasione per far vedere a tanti ragazzi cosa facciamo». Oltre alla base del Varignano, saranno visitabili nei due giorni, dalle 10 alle 17, anche la villa romana, e l’antico convento degli Olivetani press il Santuario della Madonna delle Grazie … ma molto ancora. Un grazie alla Marina Militare ed al FAI per offrire questa rara occasione.
@ foto in anteprima di andrea mucedola
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