Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

che tempo che fa

Per sapere che tempo fa

Per sapere che tempo fa clicca sull'immagine
dati costantemente aggiornati

OCEAN4FUTURE

La conoscenza ti rende libero

su Amazon puoi trovare molti libri sulla storia del mare (ma non solo) e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

i 100 libri da non perdere

NO PLASTIC AT SEA

NO PLASTIC AT SEA

Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

Le plastiche nel Mediterraneo, un primo studio, tutto italiano, mostra un impatto importante delle plastiche nel Mare Nostrum

Reading Time: 5 minutes

.
livello elementare
.
ARGOMENTO: EMERGENZE AMBIENTALI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANI
parole chiave: plastiche

 

Anche in questo finale di anno ritorniamo sul problema delle plastiche. Purtroppo, un recente studio di un team di ricercatori italiani dell’ISMAR-CNR di Lerici sembra dimostrare che anche il Mare Nostrum non è esente dalle emergenze che vengono continuamente segnalate in tanti mari del mondo.

Il mar Mediterraneo si sta trasformando in una grande discarica a cielo aperto. «A finire in mare – spiega Stefano Aliani, un ricercatore dell’ISMAR-CNR di Lerici co-autore dello studio – sono soprattutto i rifiuti della nostra vita quotidiana, le micro-plastiche sono un avanzo della degradazione di bottiglie, buste, imballaggi, materiale medico. Nel giro di decine di anni o perfino di secoli, a seconda del tipo di plastica e dell’ambiente in cui finiscono, questi rifiuti si riducono in poltiglia e molti di questi finiscono in mare».

Abbiamo già parlato delle tristemente famose “isole di plastica“, dei vortici marini enormi che stanno soffocando la vita negli Oceani a causa del loro impatto ambientale che non solo uccide molte creature marine per soffocamento ma avvelena le risorse ittiche, di fatto entrando poi nel nostro ciclo alimentare. Un disastro annunciato, frutto di superficialità e cattiva gestione dei materiali, erroneamente considerato un problema solo per gli oceani? I dati sono purtroppo sconcertanti. Lo studio dell’ISMAR, pubblicato nel novembre 2016, ha dimostrato che il Mar Mediterraneo è anch’esso una delle regioni marittime più colpite dall’inquinamento da micro-plastiche.

La pubblicazione su Scientific Reports di questo studio italiano segna l’atto conclusivo di un lungo lavoro scientifico che è andato avanti per ben tre anni. I frammenti microscopici sono stati raccolti nel 2013 da una rete speciale trainata dalla nave del CNR Urania che ha fatto tappa in 74 punti di Tirreno e Adriatico. I dati raccolti sono stati quindi processati analizzando la composizione polimerica di queste particelle galleggianti (ovvero dei pezzetti di micro-plastiche raccolti), ricavando  un primo sondaggio su larga scala di organismi e particelle  microscopiche e di piccole dimensioni ritrovate sia nel volume, sia sopra la superficie del Mar Mediterraneo, compresa la meso-plastica.

Di fatto lo studio fornisce una prima estesa caratterizzazione della loro identità chimica nonché informazioni dettagliate sulla loro abbondanza e distribuzione geografica.

situazioni-vortici-di-plastiche-dell-mediterraneo

i cerchi identificano le aree e le quantità di plastiche scoperte – estratto dallo studio del team italianohttp://www.nature.com/articles/srep37551

Tutte le particelle di dimensioni maggiori di  700 micron raccolte sono state identificate, attraverso l’analisi FT-IR  (n = 4050 particelle), e includono sedici diverse classi di materiali sintetici. Si è notato che i polimeri a bassa densità, come il polietilene ed il polipropilene, sono i composti più abbondanti, seguiti dai poliammidi, vernici a base di materiali plastici, cloruro di polivinile, polistirene e alcol polivinilico.

I polimeri meno frequenti comprendevano tereftalato di polietilene, poli-isoprene, poli (vinil stearato), etilene-acetato di vinile, poli-epossido, paraffina e poli-caprolattone, un poliestere biodegradabile riportato per la prima volta galleggiante in acque lontane dalla costa.

Sono state inoltre osservate differenze geografiche nella composizione del campione, dimostrando una certa eterogeneità nella distribuzione di materie plastiche che probabilmente riflette, tra le altre cose,  una complessa interazione tra le varie fonti di inquinamento ed i tempi di permanenza di diversi polimeri in mare.

Situazione emergente nel rapporto
La produzione globale di materie plastiche è aumentata di circa venti volte negli ultimi cinquanta anni,  superando nel 2015 una quantità di oltre 300 milioni di tonnellate. La domanda commerciale è in crescita esponenziale e si valuta che la produzione delle plastiche dovrebbe addirittura quadruplicare entro l’anno 2050, prendendo il 20% del consumo totale di petrolio ed il 15% del globale del carbonio. Le applicazioni per imballaggi monouso rappresentano la quota maggiore del mercato europeo in plastica, e rappresentano il 40% della produzione totale per oltre il 10% del rifiuti solidi urbani. Di conseguenza 275 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica sono stati generati nel 2010 da parte dei paesi costieri del mondo. E’ stato stimato che da 4,8 a 12,7 milioni di tonnellate finiscono negli oceani, uno scenario drammatico che dovrebbe peggiorare di un ordine di grandezza nel 2025. Un campanello di allarme che non può non essere ascoltato.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Great_Pacific_Garbage_Patch-Map-2017-1024x608.jpg

L. Lebreton, B. Slat, F. Ferrari, B. Sainte-Rose, J. Aitken, R. Marthouse, S. Hajbane, S. Cunsolo, A. Schwarz, A. Levivier, K. Noble, P. Debeljak, H. Maral, R. Schoeneich-Argent, R. Brambini, and J. Reisser – Ocean plastic mass concentrations for August 2015, as predicted by the data-calibrated model by the authors of the 2018 ofhttps://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5864935/

Dal momento in cui furono riportate  le prime notizie sulla presenza di plastica negli oceani nell’Oceano Pacifico (Great Pacific garbage patch) l’attenzione degli scienziati si è concentrata sul problema  verificando la presenza di rifiuti marini in tutti i mari compresi quelli polari.

Come abbiamo già accennato in altri articoli, la plastica è talmente abbondante da proporla  come un nuovo indicatore stratigrafico dell’antropogene. Oltre il 92% di tutti gli oggetti di plastica trovati in mare sono generalmente più piccolo di 5 mm. Queste minuscole particelle – di seguito denominate micro-plastiche – possono derivare dalla rottura di oggetti più grandi oppure sono scarti di lavorazione. L’ambiente marino viene inquinato anche da particelle come granuli, pellet e fibre di diversa origine. Oltre al loro impatto visivo, le micro-plastiche possono agire come vettori di dispersione di additivi chimici, inquinanti organici e metalli pesanti, accumulandosi ed entrando nella catena alimentare. 

 

Purtroppo l’ingestione di micro-plastiche è ampiamente riportata e le prime testimonianze di un trasferimento trofico sono emerse. I dati portano ad inserire il vortice di plastiche mediterraneo  come la sesta grande zona di accumulo di rifiuti plastici nei mari del Pianeta. Lo studio mostra che, a causa delle coste sempre più densamente popolate, della pesca, del trasporto commerciale marittimo, delle attività turistiche e industriali, notevoli quantità di rifiuti marini si stanno accumulando nel bacino del Mediterraneo, che vengono poi raccolti dalle correnti in ammassi di magnitudine ancora da determinare.

Le simulazioni mostrano che tra il 21% e il 54 % di tutte le particelle di plastica (cioè tra 3,2 e 28,2 × 1012 particelle), ovvero tra il 5% e il 10% della massa plastica globale (stimata tra 4,8 e 30,3 mila tonnellate) entra in queste spirali mostruose. Ovviamente la biodiversità ne subisce un forte impatto. Polimeri  sono stati trovati nel contenuto dello stomaco di grossi predatori pelagici e di molte specie commerciali. Grandi quantità di detriti di plastica sono stati anche segnalati sul fondo del mare, in galleggiamento e sulla fascia litorale. Studi sulla abbondanza delle micro-particelle galleggianti mostrano che esso è principalmente focalizzato sulla parte nord ovest del bacino ma future ricerche ci daranno maggiori elementi. Rimando al rapporto del ISMAR- CNR per una trattazione più compiuta dell’argomento.

              NO PLASTIC – BE SMARTER

immagine satellitare dell’area dell’isola di Henderson che mostra le patch di accumuli di plastiche © Copernicus Sentinel data (2018), processed by ESA, CC BY-SA 3.0 IGO

 

PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE
print
(Visited 549 times, 1 visits today)
Share
0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
1 Comment
più recente
più vecchio più votato
Inline Feedbacks
vedi tutti i commenti
Aaronne Colagrossi
Ospite
Aaronne Colagrossi
27/12/2016 11:15

Veramente interessante.

Legenda

Legenda

livello elementare
articoli per tutti

livello medio
articoli che richiedono conoscenze avanzate

livello difficile
articoli specialistici

Traduzione

La traduzione dei testi è fornita da Google translator in 42 lingue diverse. Non si assumono responsabilità sulla qualità della traduzione

La riproduzione, anche parziale, a fini di lucro, e la pubblicazione per qualunque utilizzo degli articoli e delle immagini pubblicate è sempre soggetta ad autorizzazione da parte dell’autore degli stessi che può essere contattato tramite la seguente email: infoocean4future@gmail.com


If You Save the Ocean
You Save Your Future

OCEAN4FUTURE

Salve a tutti. Permettetemi di presentare in breve questo sito. OCEAN4FUTURE è un portale, non giornalistico e non a fini di lucro, che pubblica articoli di professionisti e accademici che hanno aderito ad un progetto molto ambizioso: condividere la cultura del mare in tutte le sue forme per farne comprendere la sua importanza.

Affrontiamo ogni giorno tematiche diverse che vanno dalla storia alle scienze, dalla letteratura alle arti.
Gli articoli e post pubblicati rappresentano l’opinione dei nostri autori e autrici (non necessariamente quella della nostra redazione), sempre nel pieno rispetto della libertà di opinione di tutti.
La redazione, al momento della ricezione degli stessi, si riserva di NON pubblicare eventuale materiale ritenuto da un punto di vista qualitativo non adeguato e/o non in linea per gli scopi del portale. Grazie di continuare a seguirci e condividere i nostri articoli sulla rete.

Andrea Mucedola
Direttore OCEAN4FUTURE

Chi c'é online

7 visitatori online

Ricerca multipla

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
Archeologia
Associazioni per la cultura del mare
Astronomia e Astrofisica
Biologia
Cartografia e nautica
Chi siamo
Climatologia
Conoscere il mare
Didattica
Didattica a distanza
disclaimer
Ecologia
Emergenze ambientali
Fotografia
Geologia
geopolitica
Gli uomini dei record
I protagonisti del mare
Il mondo della vela
L'immersione scientifica
La pesca
La pirateria
La subacquea ricreativa
Lavoro subacqueo - OTS
Le plastiche
Letteratura del mare
Malacologia
Marina mercantile
Marine militari
Materiali
Medicina
Medicina subacquea
Meteorologia e stato del mare
nautica e navigazione
Normative
Ocean for future
OCEANO
Oceanografia
per conoscerci
Personaggi
Pesca non compatibile
Programmi
Prove
Recensioni
Reportage
SAVE THE OCEAN BY OCEANDIVER campaign 4th edition
Scienze del mare
Sicurezza marittima
Storia della subacquea
Storia della Terra
Storia Navale
Storia navale del Medioevo (post 476 d.C. - 1492)
Storia Navale dell'età antica (3.000 a.C. - 476 d.C,)
Storia navale dell'età moderna (post 1492 - oggi)
Storia navale della prima guerra mondiale (1914-1918)
Storia navale della seconda guerra mondiale (1939 - 1945)
Storia navale Romana
Subacquea
Subacquei militari
Sviluppi della scienza
Sviluppo compatibile
Tecnica
Uomini di mare
Video
Wellness - Benessere

I più letti di oggi

 i nodi fondamentali

I nodi fanno parte della cultura dei marinai ... su Amazon puoi trovare molti libri sul mare e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

Follow me on Twitter – Seguimi su Twitter

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
Share
Translate »
1
0
Cosa ne pensate?x