Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

che tempo che fa

Per sapere che tempo fa

Per sapere che tempo fa clicca sull'immagine
dati costantemente aggiornati

OCEAN4FUTURE

La conoscenza ti rende libero

su Amazon puoi trovare molti libri sulla storia del mare (ma non solo) e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

i 100 libri da non perdere

NO PLASTIC AT SEA

NO PLASTIC AT SEA

Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

La politica ambientale degli Stati Uniti cambierà?

Reading Time: 5 minutes

 

.

livello elementare

.

ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: STATI UNITI
parole chiave: Trump, policies

 

Una nuova alba o un nuovo tramonto?
Le polemiche in merito alla elezione di Donald Trump, 45esimo Presidente degli Stati Uniti, non si sono ancora dissipate e, quotidianamente, vengono pubblicati dalla stampa internazionale nuovi articoli sulle sue presunte azioni per modificare radicalmente le politiche perpetuate fino ad oggi dal suo predecessore.

Se per noi Europei un cambio di regime così drastico possa essere un bene o un male, ritengo, sia ancora presto da dirsi e non mi va di entrare in questo gioco di specchi, di mezze verità, dove tutti hanno ragione e nessuno ha mai sbagliato. Proviamo a fare una valutazione.

La situazione interna americana è critica
Un enorme gigante che sta soffrendo alle radici e sta cercando di ricostruire un suo ruolo di guida mondiale in un mondo che sta diventando sempre più multipolare. Di fatto, negli Stati Uniti si assiste a uno strano palcoscenico dove tutti dicono il contrario di tutto, non considerando che il benessere deve essere misurato non dalla floridezza dei conti in banca ma dai servizi che si danno ai cittadini.

I danni fatti dalle politiche estere dei Governi precedenti hanno causato molti dei problemi che stiamo subendo oggi e la candidata Hillary Clinton, di fatto non persuasiva nemmeno agli occhi del suo elettorato, ne ha infine pagato le conseguenze (forse i Democratici avrebbero dovuto cercare un candidato più convincente?). Basta girare per gli States per vedere, specialmente nelle grandi città, tanta povertà ed incertezza, un tempo non così percettibile.

Trump, miliardario di successo, incurante dell’opinione pubblica, non è sicuramente un personaggio simpatico a molti; è stato definito narcisista, arrogante, difensore spesso dell’indifendibile, ma piace a molti americani che vedono in lui la possibilità di risalire la collina da cui sono scivolati a causa di politiche economiche interne discutibili.

Trump fa leva su valori semplici che sono facilmente condivisibili dal ceto medio: difesa della tradizione, famiglia e libertà personale e di scelta. Si può condividere la sua opinione negativa sulla cieca fiducia per la globalizzazione, un tempo ritenuta dai suoi predecessori democratici la panacea di tutti i mali del pianeta e foriera di prosperità per tutta l’Umanità. Di fatto, essa ha creato maggiori divari fra i Paesi fornendo ampi margini di guadagno solo alle lobby multinazionali, causando false speranze agli abitanti di zone depresse.

Il discorso sarebbe molto lungo ed articolato e meriterebbe una trattazione più esaustiva. Sebbene queste posizioni, se mantenute, continueranno ad influenzare le politiche marittime del futuro a livello globale, l’argomento che vogliamo trattare oggi sono le politiche ambientali del nuovo Presidente che, in campagna elettorale, mostrarono una forte differenza di vedute con quelle della Clinton.

environment-graphic

Il suo rifiuto di accettare prove concrete sui cambiamenti climatici lascia perplessa tutta la comunità scientifica mondiale.

Il clima ha un andamento periodico che prevede in alternanza periodi di freddo estremo (glaciazioni) ad altri di siccità. Dalla analisi dei valori di CO2, si è valutato che l’apporto antropico, dall’era industriale ad oggi, sia stato significativo come elemento catalizzatore del cambiamento climatico, Gli scienziati ritengono che politiche condivise di controllo delle emissioni potrebbero mitigare questo cambiamento e dare un respiro al pianeta.

trump-tweet-climate

La loro opinione non sembra però essere condivisa dalla nuova amministrazione. Che si tratti solo di politica elettorale o che Donald Trump ci creda veramente in quello che dice, è ancora da vedersi. Quello che lascia sconcertati è che molti americani sembrano credere veramente alla sua politica.

Il celebre giornalista Dan Rather ha affermato che l’amministrazione Trump sta professando politiche ambientali che mettono in serio pericolo la risposta statunitense al cambiamento climatico e minacciano di cambiare la direzione fondamentale della ricerca scientifica negli Stati Uniti.

Il nuovo staff ha più volte sottolineato che sta cercando un modo di fare un passo indietro sull’accordo di Parigi. Sono dichiarazioni che ci lasciano molto perplessi. Valerie Volcovici e Alister Doyle (fonte Reuters) hanno affermato che Trump è alla ricerca di modi rapidi di recesso da un accordo globale per limitare il cambiamento climatico mettendo in crisi il sostegno internazionale per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

Dal 7 novembre si è aperta a Marrakech la ventiduesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (COP 22,  COP sta per “conferenza delle parti”), alla quale stanno partecipando fino al 18 novembre più di 20.000 persone, in rappresentanza di 196 stati e centinaia di imprese, ONG, scienziati, enti locali, popolazioni autoctone e sindacati. Questo grande evento è organizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e previsto dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite (Accordi di Rio/il trattato ambientale internazionale che ha come principale obiettivo quello di ridurre le emissioni dei gas serra, nell’ottica di un possibile riscaldamento globale).

Segue la conferenza delle parti 21, più conosciuta come Accordo di Parigi, che fu poi adottato il 12 dicembre 2015 segnalando l’inizio di una nuova era basata su una risposta globale per mitigare i cambiamenti climatici del Pianeta. I Paesi firmatari si accordarono per effettuare delle riduzioni significative dell’emissione dei famigerati gas serra,  proponendo  un meccanismo di monitoraggio.

Un accordo formalmente importante che è ancora in fase di ratifica da parte di molti Stati … ma si sa che senza la ratifica non c’è un impegno vero. E’ importante comprendere che tale accordo fu raggiunto tenendo conto delle gravi implicazioni sulla salute umana derivanti dall’aumento delle temperature stabilendo il diritto alla salute dell’Umanità attraverso l’assicurazione di fattori primari quali l’acqua potabile, necessaria anche per un’igiene adeguata, e le risorse alimentari.

Ma quale sarà la posizione statunitense dopo che Trump, in campagna elettorale, aveva definito il riscaldamento globale una bufala e promesso di ritirarsi dall’accordo di Parigi?
Pur riconoscendo che l’acqua sia un fattore fondamentale per il futuro, i proponimenti di Trump in politica energetica si distolgono in maniera fondamentale dalla road map del suo predecessore. Sembrerebbe che la nuova Amministrazione voglia recedere dalla convenzione del 1992 su cui iniziò questo processo o addirittura emettere un ordine presidenziale che cancelli la firma degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi. Ciò che Trump vorrebbe fare è di puntare sulle industrie del carbone e del petrolio degli Stati Uniti abbandonando il piano del presidente Barack Obama, da lui considerato avventato, di ottemperare al protocollo di Parigi tagliando le emissioni di gas serra del 26-28 % rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025.

Per memoria, l’accordo di Parigi fu raggiunto con la firma di quasi 200 nazioni nel mese di dicembre e formalmente ratificato da ben 109 paesi i quali sono responsabili del 76% delle emissioni di gas che influenzano l’effetto serra. L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo toglierebbe circa il 18% a questo potenziale vantaggio.

Va sottolineato che il rispetto dell’accordo non risolverebbe certamente il problema delle emissioni totali ma darebbe un contributo non indifferente al rallentamento dell’aumento delle temperature. In caso contrario, gli scienziati ritengono che gli effetti sarebbero catastrofici provocando estinzioni di massa di animali e piante, ondate di calore e siccità, inondazioni a causa sia di manifestazioni meteorologiche estreme sia dell’innalzamento del livello del mare che porterebbero ad un allagamento di vaste aree geografiche. Su questo ultimo punto va fatta una riflessione geo-economica. La perdita di vaste aree, attualmente devolute alla agricoltura, causerà migrazioni di massa numericamente importanti (si è calcolato di circa 500 milioni di persone solo in Asia) con conseguenti aperture di nuove aree di crisi geopolitiche.

Trump, alla domanda sulla sua politica ambientale, in campagna elettorale, rispose: “We’ll be fine with the environment. We can leave a little bit, but you can’t destroy businesses”.

La frase si commenta da sola con la parola business ma purtroppo l’emergenza climatica non è una bufala. Se il business deve essere il solo fattore guida per il futuro, abbandonando politiche di crescita sostenibile, allora sarà il caso di dire “ God Save America and … the Planet”.

.

 

Una sorpresa per te su Amazon Music unlimited   Scopri i vantaggi di Amazon Prime

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

PAGINA PRINCIPALE

print

(Visited 186 times, 1 visits today)
Share
0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
vedi tutti i commenti

Legenda

Legenda

livello elementare
articoli per tutti

livello medio
articoli che richiedono conoscenze avanzate

livello difficile
articoli specialistici

Traduzione

La traduzione dei testi è fornita da Google translator in 42 lingue diverse. Non si assumono responsabilità sulla qualità della traduzione

La riproduzione, anche parziale, a fini di lucro, e la pubblicazione per qualunque utilizzo degli articoli e delle immagini pubblicate è sempre soggetta ad autorizzazione da parte dell’autore degli stessi che può essere contattato tramite la seguente email: infoocean4future@gmail.com


If You Save the Ocean
You Save Your Future

OCEAN4FUTURE

Salve a tutti. Permettetemi di presentare in breve questo sito. OCEAN4FUTURE è un portale, non giornalistico e non a fini di lucro, che pubblica articoli di professionisti e accademici che hanno aderito ad un progetto molto ambizioso: condividere la cultura del mare in tutte le sue forme per farne comprendere la sua importanza.

Affrontiamo ogni giorno tematiche diverse che vanno dalla storia alle scienze, dalla letteratura alle arti.
Gli articoli e post pubblicati rappresentano l’opinione dei nostri autori e autrici (non necessariamente quella della nostra redazione), sempre nel pieno rispetto della libertà di opinione di tutti.
La redazione, al momento della ricezione degli stessi, si riserva di NON pubblicare eventuale materiale ritenuto da un punto di vista qualitativo non adeguato e/o non in linea per gli scopi del portale. Grazie di continuare a seguirci e condividere i nostri articoli sulla rete.

Andrea Mucedola
Direttore OCEAN4FUTURE

Chi c'é online

10 visitatori online

Ricerca multipla

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
Archeologia
Associazioni per la cultura del mare
Astronomia e Astrofisica
Biologia
Cartografia e nautica
Chi siamo
Climatologia
Conoscere il mare
Didattica
Didattica a distanza
disclaimer
Ecologia
Emergenze ambientali
Fotografia
Geologia
geopolitica
Gli uomini dei record
I protagonisti del mare
Il mondo della vela
L'immersione scientifica
La pesca
La pirateria
La subacquea ricreativa
Lavoro subacqueo - OTS
Le plastiche
Letteratura del mare
Malacologia
Marina mercantile
Marine militari
Materiali
Medicina
Medicina subacquea
Meteorologia e stato del mare
nautica e navigazione
Normative
Ocean for future
OCEANO
Oceanografia
per conoscerci
Personaggi
Pesca non compatibile
Programmi
Prove
Recensioni
Reportage
SAVE THE OCEAN BY OCEANDIVER campaign 4th edition
Scienze del mare
Sicurezza marittima
Storia della subacquea
Storia della Terra
Storia Navale
Storia navale del Medioevo (post 476 d.C. - 1492)
Storia Navale dell'età antica (3.000 a.C. - 476 d.C,)
Storia navale dell'età moderna (post 1492 - oggi)
Storia navale della prima guerra mondiale (1914-1918)
Storia navale della seconda guerra mondiale (1939 - 1945)
Storia navale Romana
Subacquea
Subacquei militari
Sviluppi della scienza
Sviluppo compatibile
Tecnica
Uomini di mare
Video
Wellness - Benessere

I più letti di oggi

 i nodi fondamentali

I nodi fanno parte della cultura dei marinai ... su Amazon puoi trovare molti libri sul mare e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

Follow me on Twitter – Seguimi su Twitter

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
Share
Translate »
0
Cosa ne pensate?x