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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: policheti
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Policheti
Chi l’avrebbe mai detto che alcuni animali marini ammirati per la loro bellezza sono dei vermi? Parliamo oggi dei policheti che, come vedremo, si differenziano molto per forma, colore, riproduzione e strategia di sopravvivenza. Il nome policheti viene dal greco e significa “dalle molte setole”. Essi sono prevalentemente marini e vengono comunemente chiamati vermi marini. Le oltre 4000 specie hanno una distribuzione vastissima in tutti i mari ed a tutte le profondità, proliferando in ambienti diversi: dai fondi duri ai fanghi più molli. In fase larvale conducono vita planctonica per poi divenire bentonici o sessili, vivendo attaccate al substrato o dentro di esso,. Il loro Phylum, quello degli anellidi, si caratterizza per la metameria ciò la suddivisione del corpo in numerosi segmenti uguali (metameri) disposti in serie lineare lungo l’asse anteriore-posteriore.
Descrizione
I Policheti hanno un corpo generalmente allungato, di forma cilindrica, a volte schiacciato ventralmente, e presentano una simmetria bilaterale. Tra i segmenti distinguiamo un primo metamero anteriore, chiamato prostomio, e quello finale detto pigidio, dove si apre l’ano. Il protostomio può avere diverse forme ed è utile per poter identificare le specie. L’insieme dei segmenti intermedi è invece chiamato metastomio. Le sue strutture più caratteristiche sono i parapodi, solitamente costituiti da due parti, la prima dorsale detta notopodio, e una ventrale detta neuropodio. Entrambe le parti presentano un cirro e sono provviste di setole, delle formazioni chitinose a forma di ago molto caratteristiche da cui deriva il nome del gruppo. Le setole sono connesse mediante muscoli al mesenterio ventrale, che permette il loro movimento.
Le famiglie più diffuse nei mari sono i Sabellidae ed i Serpulidae, entrambi presenti anche nel Mar Mediterraneo. Essi costruiscono un tubo all’interno del quale vivono, impastando col secreto di alcune ghiandole il fango o la sabbia del fondo del mare; all’interno di esso vive il polichete (il nostro verme) che possiede all’estremità anteriore, il tipico “ventaglio” piumoso costituito da numerosi processi a pettine detti radioli che portano ai lati dei sottili cirri (pinnule) che sono a loro volta finemente ciliati.
Attraverso il movimento delle ciglia si crea un movimento d’acqua che viene filtrata dalle pinnule dove vengono trattenute tutte le particelle e gli organismi in sospensione. In caso di allarme, il polichete arrotola la corolla e si ritrae in fondo al proprio tubo. Questo comportamento è ben noto ai subacquei quando si avvicinano troppo a questi animali che, quando disturbati, si rinchiudono su stessi.
Riproduzione
Di regola i sessi sono separati con l’eccezione di pochissime specie ermafrodite, ovvero in cui lo stesso individuo produce gameti maschili e femminili. I due sessi si distinguono solo per i loro prodotti sessuali finali (gameti) e non presentano dimorfismi. Non esistono organi genitali distinti.
Curiosità
Mentre la maggior parte degli spirografi sono di piccole dimensioni, in alcune zone temperate alcuni raggiungono una lunghezza superiore a due metri, con una corona di tentacoli spessa quattro o più pollici. Il ciclo di vita include uno stadio larvale libero, e le larve microscopiche si disperdono dal luogo di nascita, fino alla metamorfosi nella forma adulta.
La specie più conosciuta nel Mar Mediterraneo è sicuramente lo Spirografo (Sabella spallanzani). Questo policheto è munito nella zona cefalica di branchie filiformi che hanno una colorazione che alterna giallo-marrone, marrone scuro e bianco. Una specie bentonica che vive su fondali mobili, sabbiosi o fangosi (se ne possono osservare di bellissimi sui vivai delle coltivazioni di mitili a La Spezia ed a Taranto). Vive pressoché in tutti i mari, anche a grandi profondità. Comune nel Mar Mediterraneo orientale è più raro in quello occidentale.
Andiamo ora a scoprire la grande famiglia dei Sabellidae con alcuni dei suoi esemplari più interessanti.
Famiglia dei Sabellidi
E’ composta da molti generi di cui si riportano solo alcuni per una descrizione generica
Genere Anamobaea
Genere Bispira
Genere Branchiomma
Genere Eupolymnia
Genere Filogranella
Genere Floriprotis
Generi Janua
Genere Lanice
Genere Lygdamis
Genere Megalomma
Genere Microprotula
Genere Myxicola
Genere Notaulax
Genere Phoronis
Genere Polydorella
Genere Pomastegus
Genere Eudistilia
Genere Protula
Genere Sabella
il spirografo Sabella spallanzanii (Gmelin, 1791), ha un tubo molto allungato, cilindrico, eretto e di consistenza quasi gommosa. Il pennacchio branchiale dal colorito molto variabile, con fondo arancio o giallo, e striature brune o viola. Vive in ogni tipo di ambiente, colonizzando rocce, sabbia, relitti e qualsiasi altro tipo di substrato. Ottimo soggetto fotografico.
Genere Sabellaria
Genere Sabellastarte
Genere Serpula
Genere Spirobranchus
Genere Spirorbis
Questa breve esposizione non è ovviamente esaustiva ma credo potrà essere utile per incominciare a riconoscere alcuni di questi bellissimi animali marini.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
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