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Reportage: Area marina protetta di Ustica di Salvatore Livreri Console Direttore A.M.P. “Isola di Ustica”

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare 
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ARGOMENTO: REPORTAGE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Ustica, Area Marina protetta

 

L’isola di Ustica colpisce il viaggiatore che vi arriva per la prima volta (ed anche chi vi si reca più e più volte) per la sua immediata sensazione di Isola Ricca: di natura e di avventura. Situata a nord-ovest del promontorio di Capo Gallo, a ben 36 miglia marine, e con la particolare scoscesità dei suoi versanti sottomarini, si trova ad essere uno spartiacque per le correnti sottomarine del basso Tirreno, ma anche luogo di risalita di feconde correnti verticali.

tracce di vulcanesimo a capo Spalmatore – photo credit andrea mucedola

La natura vulcanica della sua litologia rende ricche sia le acque che la contornano che i suoli che su di essa si formano, diventando quindi punto di accumulazione per la Biodiversità terrestre e marina. E sono proprio queste complessità e potenzialità che ammaliano chi vi vive o la visita; chiunque può accorgersi della prorompente naturalità dei luoghi, dove appena usciti dal grazioso e ben conservato centro abitato, si è immediatamente catapultati in una dimensione agreste e silvana, tra campi coltivati e nuclei di macchia mediterranea; oppure, recandosi sulla costa ed osservando il mare, si coglie la variegata diversità della vita marina, tra branchi di pesci che nuotano quietamente accanto al sorpreso Viaggiatore. Ci si sente Viaggiatori dunque, non foss’altro per il tempo necessario a raggiungerla, l’Isola, con mezzi “antichi”, le navi, che creano un senso di attesa e fanno pregustare la meta. Perché Ustica isola lo è davvero, distante quanto basta per recidere i legami più fastidiosi con la tumultuosa civiltà del XXI secolo, quelli della reperibilità, delle velocità, che essendo dei potenti mezzi, in realtà distraggono dal Fine. L’unicità di Ustica, questo suo isolarsi in un mare che la rende bella ma sola, è intesa anche dai Viaggiatori non umani, essendo com’è una delle pietre da guado che gli uccelli migratori usano per i loro incredibili viaggi tra le sponde del Mediterraneo, tra Africa ed Europa. È un isola ricca dunque, che attrae da sempre l’uomo: nei secoli passati alla ricerca di luoghi fertili e pacifici, oggi alla ricerca della bellezza insita nelle terre complesse ed in equilibrio tra le varie forze naturali ed antropiche. Sin dal Paleolitico, pur con le oggi inimmaginabili difficoltà che doveva costare raggiungerla, l’Uomo ha deciso che doveva e poteva far parte del complesso ecosistema usticese, comprendendone le potenzialità e la bellezza.

Punta Spalmatore – photo credit andrea mucedola

Sin da allora popoli e popoli si sono succeduti, Fenici, Greci, Romani, Bizantini ed Arabi, più o meno rispettosi di chi già vi si trovava. L’isola è quindi pervenuta ai nostri giorni con tutte le sue componenti naturali, terrestri e marine, in uno stato di conservazione inconcepibile per le terre gemelle dell’Isola madre, sottoposte a tensioni e perturbazioni che ne hanno stravolto l’assetto. E qui, il Viaggiatore, compie la sua prima scoperta: la Comunità Usticese che ha saputo con tenacia e dedizione conservare i propri usi e costumi, sostenibili per necessità ieri, per consapevolezza oggi; tutti i mestieri antichi e odierni ruotano intorno alla capacità portante del sistema Isolano; agricoltori e pescatori hanno sviluppato un amore per il proprio territorio che non è possessione ma identificazione, a volte con toni aspri, ma indubbiamente genuina e giustificata.

immersione allo scoglio del medico, 201 – photo credit andrea mucedola

È quindi su questo sostrato sociale che il Legislatore nazionale e regionale ha edificato importanti e diversi Istituti giuridici e culturali di conservazione, quali sono l’Area Marina Protetta, la Riserva Naturale Terrestre, il Sito Paleolitico ed il Museo Archeologico. Negli ultimi anni, su impulso dell’Unione Europea, sono anche stati istituiti Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale; è palpabile la sensazione di trovarsi davvero in un luogo speciale, in un territorio facilmente esplorabile a piedi o a nuoto, che consente excursus ambientali e culturali incomparabili: non un’isola minore ma migliore! L’Area Marina Protetta è la più antica d’Italia, e quest’anno ne ricorre il trentennale; istituita nel 1986, e pienamente operativa dal 1991, costituisce il fiore all’occhiello e la cartolina di presentazione al mondo dell’Isola. Paradiso della subacquea sin dagli esordi delle discipline ad essa afferenti, già dagli anni sessanta del novecento, si intuì che una tale varietà e complessità andava studiata, tutelata, fruita. Sull’onda, è proprio il caso di dire, dei movimenti ecologisti degli anni ‘80 e del sempre crescente trend di consapevolezza verso la tutela della natura incontaminata, viene istituito in Italia il Ministero dell’Ambiente, che nello stesso anno, 1986, emana il suo primo atto simbolico e concreto: l’istituzione appunto della Riserva Marina Isola di Ustica. E qui nuovamente, la comunità usticese stupisce, perché in antitesi ai territori oggetto di normazione in ambito di Aree Naturali Protette, accetta, assimila e restituisce un’idea di gestione e fruizione dell’A.M.P. difficilmente riscontrabile nel nostro Paese.

Ancora oggi, pur con le vicissitudini che hanno contraddistinto la pluridecennale storia della A.M.P. “a Riserva” nomignolo affettuoso, è il simbolo della volontà di progresso e di orgoglio degli isolani. Oggi l’A.M.P. “Isola di Ustica” non è più sola, appartiene ad una vasta rete di A.M.P., ben 27, sparse in tutti i mari del nostro Paese, e di queste ben altre 5 circondano la Sicilia. Il compito dell’A.M.P. oggi è quello di punto di eccellenza su cui testare la Strategia Marina dell’Unione Europea, nel contempo coniugando le necessità di tutela (ormai acclarate) con quelle di area pilota per la sperimentazione di tecniche di utilizzo e gestione delle risorse marine compatibili con le tradizioni secolari dei nostri mari; è anche un ponte che l’Isola proietta verso i giovani isolani, portandoli a conoscenza delle più recenti innovazioni culturali e tecnologiche nel campo del lavoro in ambito integrato costiero. Ma soprattutto l’A.M.P. e l’Isola nel suo complesso sono un giacimento di benessere, in cui è possibile ritrovare armonia con i propri ritmi, incontrando ad ogni passo le più potenti forze della natura: vulcano e mare.

Chiunque sia il Viaggiatore, stanziale o di passo, troverà nei mari e nei monti di Ustica una storia fatta di opportunità ambientali e scelte umane. Sta a noi continuare a godere di questo piccolo paradiso nella consapevolezza dell’obbligo morale di trasmetterlo alle generazioni successive. 

Salvatore Livreri Console Direttore A.M.P. “Isola di Ustica”

 

estratto da: 
NewCimed New cities od Mediterranean Sea Basin
Different Visions.

 

 

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